Confagri Foggia: fondamentale salvaguardare filera grano duro
Roma, 21 ott. (askanews) – “Per la Capitanata tutelare la cerealicoltura vuol dire tutelare l’intera filiera del grano duro. Il nostro debole sistema economico territoriale non può fare a meno di quello che rappresenta uno dei pochi asset strategici a livello nazionale. Per questo è necessario che si trovi il modo di garantire produttività a chi investe nel settore. Certamente gli agricoltori non possono continuare a produrre sotto costo e i prezzi della Borsa Merci di Foggia non possono non tener conto di questa situazione”. Così Confagricoltura Foggia alla vigilia della riunione dell’organismo di determinazione del prezzo in Camera di Commercio a Foggia.
La coltivazione del grano duro per la provincia di Foggia, che occupa mediamente 250.000 ettari, è praticamente l’unica coltivazione possibile nella stragrande maggioranza dei suoi areali, viste le caratteristiche ambientali. “Come associazione di categoria abbiamo avanzato ai parlamentari del territorio alcune proposte in grado di limitare i danni dei cerealicoltori in questa fase congiunturale di mercato. Il rischio concreto è che, se non cambieranno le cose, la produzione di grano perderà altri ettari di coltivazione e di conseguenza la sua centralità a livello nazionale”, spiega Confagricoltura Foggia.
E sottolinea che la Capitanata, senza la filiera del grano duro, “avrebbe difficoltà a trovare altre filiere identitarie e di qualità su cui costruire reddito” e che la perdita di rilevanza dell’aspetto produttivo potrebbe avere ripercussioni negative anche su altri anelli della catena.
“La Borsa Merci della Camera di Commercio di Foggia resta ad oggi un tassello importante dell’economia del grano della provincia di Foggia – conclude Confagri Foggia – ed è ancora un punto di riferimento fondamentale per il mercato nazionale, a cominciare dalla sottoscrizione di molti contratti di filiera. Per questo conviene a tutti trovare le ragioni che ne hanno determinato la nascita e il consolidamento. Una determinazione che, come purtroppo sappiamo bene, è influenzata da fattori e dinamiche che difficilmente possono essere condizionate a livello locale e sulle quali, se davvero si vuole incidere, ci deve essere una visione comune da parte di tutto il mondo agricolo”.