Arriva “Il pavone di porcellana”, primo romanzo di Fabio Florindi
Milano, 2 nov. (askanews) – Il frastuono di una folla in festa e due giovani che si stringono. L’incipit de “Il pavone di porcellana”, romanzo d’esordio del giornalista Fabio Florindi, edito da Arcadia Edizioni, ribalta immediatamente l’anticipazione del lettore: non è un inizio trionfale, ma la paradossale premessa di un microcosmo pronto a finire in frantumi.
Il libro, che cavalca la fiction rimanendo ancorato alla realtà, è tratto da una storia vera: il naufragio del Loch Ard, veliero partito da Londra nel 1878 e diretto in Australia. Al centro del racconto lo spazio è occupato dai sentimenti che i due giovani protagonisti, il mozzo Tom Pearce e l’aristocratica Eva Carmichael, sviluppano l’uno per l’altra; sullo sfondo, invece, emergono invece le vicissitudini di vari personaggi attorno a un pavone di porcellana, l’oggetto più prezioso a bordo del veliero.
L’universo emotivo di Tom ed Eva è più suggerito che dichiarato, nel tentativo di lasciare spazio all’interpretazione dei dettagli: il romanzo è costruito attorno alla sottrazione e all’inespresso. Quelli di Tom ed Eva sono infatti due mondi incomunicabili, nonostante i due giovani si sforzino al massimo delle loro capacità di abbattere queste barriere dure come granito. Il pavone di porcellana diventa dunque simbolo della fragilità che racchiude una bellezza che sopravvive alla tempesta, la memoria che resiste alla distruzione. Diventa un filo segreto che lega le persone allo scorrere del tempo, un ponte tra la realtà documentata e la storia immaginata.
Una lettura che lavora sulle sfumature, sulle attese, e sulle cose non. Il linguaggio del libro fa della linearità il suo punto di forza, evitando il virtuosismo retorico, ed è capace di suscitare immagini.


