Valle d’Aosta: il 7,3% della popolazione è immigrato
Il lavoro straniero incide per l’8,3% del totale, le criticità sono la stagionalità e la casa
«Gli stranieri sono una risorsa fondamentale per la tenuta complessiva della regione e per il suo futuro, a condizione però che vengano rafforzate adeguate politiche sociali di promozione della partecipazione e dell’integrazione, superando la tendenza alla formazione di ghetti etnico-occupazionali e abitativi».
È quanto si legge nel Dossier statistico immigrazione 2025, presentato nel pomeriggio di oggi all’Università della Valle d’Aosta. Lo studio evidenzia il calo della popolazione valdostana che «non viene sanata dal pur positivo, anche se in calo, saldo migratorio interno (+0,2 per mille) e da quello estero, in crescita, anche se inferiore al dato nazionale (+4,8 per mille rispetto al +4,1 per mille della Valle d’Aosta)».
Percentuale in crescita di stranieri in Valle, il 7,3% della popolazione
Al 31 dicembre 2024, secondo i dati dell’Istat, in un contesto demografico in discesa, il numero degli stranieri nella regione alpina era di 8.983 (di cui 4.718 donne), pari al 7,3% della popolazione totale. «Si tratta di una percentuale in crescita – si legge nel dossier – ma ancora molto distante sia dalle medie delle regioni del nord-ovest (11,6%) sia dal dato nazionale (9,2%)».
Età media più bassa degli italiani
L’età media degli stranieri è più giovane rispetto a quella degli autoctoni: i cittadini non italiani sotto i 30 anni sono il 34,1% rispetto al 25,8% dei valdostani; quelli di età superiore ai 45 anni di origine straniera sono il 34,8% mentre gli italiani il 59,4%.
Lavoro: l’8,3% dei lavoratori sono stranieri
Nel mondo del lavoro, le criticità sono il lavoro stagionale e la carenza di alloggi.
Il lavoro straniero incide per l’8,3% del totale. «Il tasso di occupazione dei cittadini non italiani è del 70,5% – prosegue la ricerca – di poco più basso di quello degli autoctoni (72,3%), ma accompagnato da un tasso di disoccupazione quasi tre volte superiore (9,4%).
Edilizia e lavoro domestico sono gli ambiti che assorbono più stranieri
Il settore di maggiore assorbimento dell’occupazione rimane quello dei servizi, con un differenziale di quasi 10 punti percentuali a favore degli italiani, mentre la situazione si capovolge nell’industria e nell’agricoltura. Gli occupati stranieri, in particolare, risultano sovra rappresentati rispetto agli italiani nei lavori più faticosi e socialmente meno prestigiosi, come nel caso dell’edilizia (17,1% versus 8,1%); per non parlare del lavoro domestico, in buona parte femminile, dove la differenza risulta abissale (13,6% versus 0,6%). Questi dati confermano un generale appiattimento verso il basso nei processi d’integrazione lavorativa».
Accoglienza: nessuna variazione significativa rispetto al passato
I dati sull’accoglienza non presentano variazioni significative rispetto agli anni passati. A fine 2024 nei Cas sono transitate 168 persone (144 nel 2023) e nel sai, unico progetto che coinvolge i Comuni di Aosta, Saint Vincent, Champorcher, Saint Rhemy en Bosses, 60 (61 nel 2023); nelle strutture per minori sono stati accolti 48 minori non accompagnati provenienti principalmente da Afghanistan, Pakistan e Tunisia.
«Oggi non c’è alcuna emergenza immigrazione che non possiamo affrontare. È un punto fondamentale da mettere a fuoco. Non è vero che c’è un’invasione e non è vero che gli immigrati rubano il lavoro agli italiani. In Italia abbiamo bisogno di manodopera, ce lo chiedono gli industriali», ha osservato William Bonapace, referente regionale Idos, che ha curato lo studio per la Valle d’Aosta.
(elena rembado)
