Giornalista aggredito a Torino: chiesto un anno di reclusione per i presunti aggressori, tra loro anche un valdostano
Il Tribunale di Torino
CRONACA
di Thomas Piccot  
il 05/11/2025

Giornalista aggredito a Torino: chiesto un anno di reclusione per i presunti aggressori, tra loro anche un valdostano

La requisitoria del pubblico ministero nel processo per le botte al cronista de La Stampa Andrea Joly

Un anno di reclusione. Questa la pena chiesta dalla procura di Torino per i quattro presunti aggressori del giornalista Andrea Joly, avvenuti a Torino il 20 luglio 2024. Tra di loro, c’è anche un valdostano, il 47enne Igor Bosonin, originario di Donnas che da alcuni anni si è trasferito in Canavese.

Chiesto un anno di reclusione

Nel corso dell’udienza di oggi, come riporta l’edizione online de La Stampa, si è tenuta la requisitoria del pm Paolo Scafi.

Oltre a Joly, si sono costituiti parte civile l’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione Stampa Subalpina.

Il magistrato ha chiesto un anno di reclusione per Bosonin, Paolo Quintavalla, Marco Berra ed Euclide Rigato.

Le accuse sono lesioni aggravate e violenza privata.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, a Torino, in via Cellini, erano in corso i festeggiamenti per i 16 anni del circolo Asso di Bastoni, che sarebbe un abituale ritrovo di attivisti di estrema destra.

Il giornalista de La Stampa stava documentando con lo smartphone quanto stava avvenendo. A un certo punto, è stato avvicinato da due militanti. In prima battuta gli avevano chiesto se fosse «dei loro», per poi intimargli di consegnare il dispositivo. Joly aveva provato ad allontanarsi, ma è stato colpito con calci e pugni.

La versione di uno degli imputati

Euclide Rigato ha reso spontanee dichiarazioni davanti al giudice Luca Barillà.

«Nelle prove video sono con la maglia granata mentre mi avvicino a Joly, perché accanto a me c’era mia figlia, nata nel 2009 – riporta La Stampa -. Lui stava filmando proprio nella sua direzione, destando la mia preoccupazione. Mi sono agitato per proteggere mia figlia minore. Il movimento è stato oggetto di agguati da parte di avversari politici. Non avevo mai visto Joly e pensavo fosse un malintenzionato. Se si fosse qualificato, lo avremmo eventualmente invitato per un’intervista».

(t.p.)

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