Vino, Co.Vi.Res: la vite del futuro nasce in Emilia-Romagna
Milano, 5 nov. (askanews) – Ridurre fino all’80% i trattamenti fitosanitari, migliorare la sostenibilità economica e ambientale e creare nuove opportunità di mercato: sono gli obiettivi di Co.Vi.Res – Coltivare Viti Resistenti, il progetto coordinato da Ri.Nova e avviato nel 2024, che proseguirà fino al 2027 con il coinvolgimento di università, cooperative e imprese agricole dell’Emilia-Romagna.
L’iniziativa si concentra sulle varietà Piwi, resistenti alle patologie fungine, ottenute da incroci tradizionali e selezione assistita da marcatori molecolari, capaci di resistere naturalmente a oidio e peronospora, le principali malattie della vite.
Co.Vi.Res coinvolge 11 aziende agricole del territorio, tra cui cooperative come Caviro, Terre Cevico e Cantine Riunite & Civ. Le prove in corso su 16 varietà Piwi coltivate in aree pedoclimatiche diverse mostrano risultati incoraggianti. “Le varietà resistenti hanno evidenziato livelli differenti di tolleranza alle malattie fungine, consentendo di adattare la gestione agronomica alle specificità locali e ridurre in modo significativo i trattamenti” spiega Pietro Rebeggiani, responsabile scientifico del progetto per Ri.Nova.
Le prove di microvinificazione condotte da Ri.Nova e Astra Innovazione e Sviluppo indicano che i vini ottenuti da varietà PIWI raggiungono standard qualitativi comparabili a quelli dei vitigni tradizionali e presentano profili sensoriali distintivi. “Le varietà monitorate mostrano attitudini agronomiche ed enologiche diverse” aggiunge Rebeggiani, “il che consente di rispondere a differenti esigenze produttive e di sperimentare nuove opportunità di mercato”.
Il progetto comprende anche attività di formazione tecnica, percorsi di inclusione sociale e azioni di comunicazione per diffondere la conoscenza e promuovere la sostenibilità nel settore vitivinicolo regionale, in collaborazione con Dinamica Soc. Consortile.
“Co.Vi.Res rappresenta un passo importante nella transizione ecologica della viticoltura dell’Emilia-Romagna” conclude Rebeggiani, “con l’obiettivo di rendere la regione un punto di riferimento europeo nella sperimentazione e valorizzazione delle varietà resistenti”. Il progetto è finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale 2023-2027.
