Avs muove il primo passo per riunire le forze di sinistra
Invita il PD, scaricato dall'UV, a riflettere e annuncia di volere intraprendere un percorso nuovo e autonomo che metta insieme chi crede in giustizia sociale, transizione ecologica, diritti, lavoro e uguaglianza
Avs muove un passo per riunire le forze di sinistra.
Fa la disamina del nuovo governo regionale che ha virato verso destra con Forza Italia in maggioranza per concludere: «Noi continueremo a lavorare, con la schiena dritta e senza nostalgia del tappetino davanti a Palazzo, per costruire un percorso nuovo e autonomo che metta insieme chi crede in giustizia sociale, transizione ecologica, diritti, lavoro e uguaglianza; un’alternativa chiara all’UV e ai suoi satelliti.L’illusione è finita. È tempo di voltare pagina senza aspettare segnali dal cielo o dall’Union».
La disamina
«L’accordo firmato in riva al Tevere da Farcoz e Gasparri – scrive Avs – e l’estromissione del PD dalla maggioranza regionale segnano la fine di un’illusione? Da decenni molti esponenti del PD valdostano sostengono che l’Union Valdôtaine sia una forza “progressista” e che l’alleanza con essa rappresenti la priorità assoluta, anche a costo di sacrificare contenuti e programmi.Un’impostazione antica, che ha portato a un progressivo appiattimento politico e programmatico del PD sulle posizioni dell’UV.
PD scaricato
E ancora: «Tanto sacrificio di principi – cita i dossier ospedale, Cime Bianche e la legge elettorale -, valori e impegni programmatici per poi essere esclusi senza troppi complimenti. La scelta dell’UV di allearsi con altre forze non è un fulmine a ciel sereno: il rifiuto di sostenere la maggioranza Nuti ad Aosta, giudicata “troppo progressista”, e le aperture agli Autonomisti di Centro in vista di un patto pre-elettorale già segnalavano la direzione».
L’invito
L’invito al PD: «È tempo, per il PD valdostano, di una riflessione vera: per quanto ancora vorrà illudersi che l’Union sia una forza progressista e non, più realisticamente, un partito opportunista, di quelli che, direbbe Guicciardini, “Franza o Spagna purché se magna”»?
