Povertà: minori sempre più a rischio, oggi è il giorno della 29ª Colletta Alimentare
Oggi, sabato 15 novembre, 350 volontari all'opera in un centinaio di punti vendita per raccogliere generi alimentari a lunga conservazione
Povertà, minori sempre più a rischio, oggi è il giorno della 29ª Colletta Alimentare.
Oggi, sabato 15 novembre, è il giorno della 29ª Colletta Alimentare.
Sono un centinaio i supermercati, ipermercati e negozi di prossimità che apriranno le porte alla generosità
«I valdostani sono sempre molto generosi e speriamo che la tendenza si confermi anche questa volta, anche perché la situazione è in continuo peggioramento e la povertà coinvolge almeno sempre più minori».
In un contesto in cui il 10% dei valdostani è a rischio povertà, dove gli aiuti europei danno una forte mano, ma non raggiungono tutte le associazioni e i volontari iniziano a scarseggiare, le parole di Marinella Ciarlo, presidente del Banco Alimentare, provano a stimolare in vista della 29ª edizione della Colletta Alimentare.
La Colletta Alimentare
In tutte le vallate i volontari accoglieranno i clienti con le pettorine distintive e distribuiranno i sacchetti da riempire di generi a lunga conservazione.
Ricca, come sempre, la squadra, che oltre al contributo regionale, potrà contare su alpini, Croce rossa, volontari del soccorso, Protezione civile, Caritas, scout, Chiesa evangelica, Comunione e liberazione, Oftal e gruppi parrocchiali, per circa 350 volontari.
L’invito della presidente del Banco Alimentare, Marinella Ciarlo, è quello di continuare la bella tradizione di generosità valdostana (lo scorso anno erano state raccolte 36,7 tonnellate di cibo), anche perché i dati sono preoccupanti.
Il Banco Alimentare aiuta 2500 persone
«Al Banco alimentare continuiamo ad avere circa 2.500 assistiti, un migliaio seguiti attraverso gli assistenti sociali e 1.500 grazie alle opere caritative – spiega Ciarlo -.
La situazione, insomma, rimane critica e come emerso dai dati Istat e Caritas la povertà continua a crescere.
La cosa che colpisce di più, però, è che circa il 20-25% degli assistiti sono minori e questo è molto grave».
Il Programma di aiuti alimentari FSE+
L’adesione al Programma di aiuti alimentari FSE+ dà un po’ di respiro.
«Sta andando bene, arrivano molti alimenti che consentono di migliorare la qualità del nostro paniere, nel quale inseriamo anche pasta, olio, formaggi, salumi, cose che non si riuscivano ad avere – continua la presidente -.
Questi prodotti, però, vanno solo alle opere caritative che hanno aderito al programma, 11 su 34 associazioni valdostane.
Tante, purtroppo, sono state frenate dalla burocrazia e per chi non è riuscito ad aderire rimangono le iniziative Colletta Alimentare e Dona Cibo».
AAA cercasi volontari
C’è un ulteriore problema. «Molte associazioni hanno sempre meno volontari – rivela Ciarlo -.
Tanti, peraltro, hanno una certa età e si fatica ad avere un ricambio generazionale.
Nonostante tutto, però, quest’anno abbiamo distribuito quasi 130 tonnellate di alimenti».
I dati sulla povertà
L’Istat, nell’ultimo report, ha evidenziato come in Italia c isiano oltre 2,2 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta, per un totale di 5,7 milioni di individui.
In Valle, le persone a rischio povertà sono il 10% dei valdostani.
Il 4,1% delle famiglie rossonere, poi, è considerato nalla categoria della povertà relativa: circa 2.400 famiglie vivono con meno di 1.218,07 euro mensili, la soglia media nazionale considerata di sostenibilità
Working poor
A tutto questo si aggiunge l’aumento dei working poor, persone considerate povere, o quasi, nonostante lavorino.
I dati Istat del 14 ottobre evidenziano come su un totale di circa 23 milioni di occupati in Italia, il 10,2% sia “working poor”. Insomma, i lavoratori a rischio povertà sono tra i 2,3 e i 2,4 milioni. Tra gli occupati a tempo pieno (full-time), a rischio è il 9%.
La percentuale aumenta per i lavoratori part-time (15,7%, in calo rispetto al 16,9% registrato nel 2023).
Tra i lavoratori indipendenti, il 17,2% si trova al di sotto della soglia del 60% del reddito mediano nazionale.
«Il fenomeno è molto presente anche in Valle – sottolinea Marinella Ciarlo -. E queste persone sono difficili da contattare, perché magari si vergognano a chiedere aiuto. Per questo stiamo facendo un grande lavoro di rete con associazioni e servizi sociali per provare a intercettarle».
E il futuro?
«Non so, non ho dato che possano illuminare sulla tendenza – conclude -. L’unica speranza è che i valdostani dimostrino ancora la grande generosità di cui sono capaci».
La Caritas diocesana
A confermare la situazione di grande difficoltà è il direttore della Caritas Diocesana, Andrea Gatto, che si sofferma innanzitutto su un aspetto.
«Il problema più grosso, attualmente, credo che sia quello della casa, e parlo di tanti livelli – esordisce Gatto -.
Lo vediamo dai nostri dormitori, dove i posti sono sempre pieni e ci sono tante persone in attesa. Sono posti di prima accoglienza, quindi in teoria transitori, al fine di garantire un turnover, ma capita troppo spesso che non si riesca a soddisfare la domanda».
L’emergenza, però, colpisce anche chi un reddito ce l’ha «e magari potrebbe permettersi una casa, ma ha un lavoro stagionale o un reddito medio basso e fa comunque fatica – continua Gatto -. Non parliamo, poi, di chi ha occupazioni più fragili o arriva da fuori Valle e non ha una rete di conoscenze.
L’impressione è che la situazione stia peggiorando di anno in anno, nonostante comunque il lavoro ora si trovi più facilmente».
Il contesto di Tavola Amica non dà segnali diversi. «Il numero rimane costante, ogni giorno abbiamo 60-70 persone – spiega ancora il direttore -. E credo che questo debba spingerci a interrogarci. Da noi vengono persone appena giunte in Valle, che necessitano di un periodo di adattamento, ma anche soggetti che ricorrono a noi da tempo e fanno fatica a uscire, magari, da dipendenze o situazioni fragilità».
«Grande solidarietà»
Anche Andrea Gatto punta su un aspetto. «La pennellata di luce è data dal fatto che in Valle continua a esserci una solidarietà importante – conclude -. Vediamo tanta fiducia nei confronti delle nostre associazioni e una grande generosità, fatta di offerte, cassette di frutta e altro. Questo richiama in noi un grande senso di responsabilità, ma è anche ciò che ci consente di andare avanti, sia a livello materiale che umano».
(alessandro bianchet)
