Brissogne: Gildo Marcoz, da 57 anni vigile del fuoco volontario, «una seconda famiglia»
Nelle scorse settimane, la comunità di Brissogne ha festeggiato il centenario dalla fondazione del distaccamento dei vigili del fuoco volontari, nato il 10 novembre 1925
Brissogne: Gildo Marcoz, da 57 anni vigile del fuoco volontario, «una seconda famiglia».
Dagli elmetti metallici, ai corni di segnalazione, alle pompe a mano sono passati cent’anni. Letteralmente.
La comunità di Brissogne ha celebrato domenica 9 novembre, il centenario dalla fondazione del distaccamento dei vigili del fuoco volontari, ufficialmente nato il 10 novembre 1925.
Lo scatto di rito ai festeggiamenti per il 100º compleanno del distaccamento di Brissogne
Il gruppo fu fondato 100 anni fa con due squadre operative, una per la parte alta e una per la parte bassa delle frazioni, con l’obiettivo di garantire il soccorso in caso di incendio sul territorio che allora era privo di strade carrozzabili.
In questi cent’anni, circa 150 vigili del fuoco volontari hanno servito la comunità con impegno e dedizione.
Tra di loro, Gildo Marcoz, classe 1940, in servizio dal 1967, il vigile volontario con maggiore anzianità, 57 anni di attività.
Tra i tanti interventi, le operazioni di soccorso durante l’alluvione del 2000, per le quali il Corpo ha ricevuto la medaglia di merito dal Ministero dell’Interno. Oggi il distaccamento può contare anche sul gruppo giovanile Mont-Emilius 2 che coinvolge i ragazzi tra 12 w 18 anni di Brissogne, Quart e Saint-Christophe.
«Nel tempo, da realtà pionieristica, il distaccamento è diventato una realtà moderna e ben organizzata. Questo centenario non è solo una ricorrenza, ma un ringraziamento a tutti i volontari di ieri e di oggi – commenta il capo distaccamento Ander Minuzzo -. Dietro ogni intervento ci sono persone che scelgono di dedicare tempo ed energia per il bene deggli alri. Questo è lo spirito che ci anima e che vogliamo continuare a trasmettere ai nostri giovani».
Gildo Marcoz, da 57 anni a servizio della sua comunità
Gildo Marcoz
Classe 1940, Gildo Marcoz, originario di Brissogne, è entrato a far parte del gruppo volontari dei vigili del fuoco all’età di 18 anni.
Pieno di entusiasmo è rimasto fedele alla divisa per tutti questi anni: «Sono entrato nel gruppo appena compiuta la maggiore età perché mi avevano fatto questa proposta» racconta con emozione -. Inizialmente nel nostro comune era presente un gruppo a Gran Brissogne e uno a Neyran, circa 15 volontari ciascuno».
Da allora e per 57 anni si è messo a disposizione della comunità con mezzi semplici e tanta buona volontà.
La pompa funzionava a mano, con gran sforzo fisico
«All’inizio era tutto nuovo e le persone più esperte spiegavano a me e ai nuovi ragazzi come dovevamo lavorare. Poi, con il passare del tempo, abbiamo iniziato a insegnare noi – ricorda-.
Ogni prima domenica del mese avevamo una riunione in cui ci spiegavano le cose e facevamo le esercitazioni in gruppo con i vari mezzi».
Uno scatto d’antan dei volontari di Brissogne
All’epoca gli interventi erano completamente diversi.
«Gli interventi erano particolari: appena scoprivamo di un incendio, il capogruppo, o qualcuno al suo posto, faceva il giro delle case dei volontari e non appena riuscivamo a raccogliere quattro o cinque persone si partiva – continua-. Utilizzavamo la pompa a mano “a quattro”, un macchinario che funzionava grazie alla forza fisica di noi volontari. Presa la pompa, andavamo al torrente per prendere l’acqua e poi andavamo sul luogo dell’intervento.
Durante l’estate c’era sempre molta acqua, in inverno scarseggiava ma fortunatamente non abbiamo mai avuto problemi».
L’arrivo della motopompa e la novità del telefono
Con l’arrivo della motopompa e con il telefono è cambiato tutto.
«Era nettamente più facile, non serviva più tutta quella forza fisica. Bastava azionarla e l’acqua arrivava subito: si lavorava meglio e si faceva meno fatica. Era un vero gioco di squadra, ma molto più efficiente rispetto a prima».
Per Gildo, al di là dei mezzi, ciò che ha sempre contato è stato lo spirito di gruppo e la voglia di aiutare.
Uno scatto di anni addietro con la famiglia
«È come una seconda famiglia e abbiamo affrontato insieme tante situazioni di difficoltà: incendi di fienili e di camini, roghi nei boschi, accompagnare i defunti fino alla chiesa quando non c’era ancora la strada».
Oggi, anche a distanza di anni, lo spirito resta lo stesso: «Ci sono abbastanza giovani che portano avanti questa attività – dice con soddisfazione -. Io partecipo solo alle ricorrenze e alle giornate con i bambini, raccontando il passato e mantenendo viva la memoria storica dell’associazione».
Oggi la divisa è più comoda, gli scarponi più leggeri e l’attrezzatura più efficiente, ma per Gildo Marcoz il senso di appartenenza è immutato: «il berretto delle feste è sempre lo stesso» dice sorridendo.
E in quella frase si riassume la storia di un uomo che non ha mai smesso di credere nel valore del volontariato, simbolo di una comunità che, allora come oggi, si stringe attorno ai suoi pompieri e al prezioso servizio che rendono a tutta la comunità mettendoci sempre cuore e passione.
(giulia calisti)
