Regionali, in Veneto oltre 4 milioni alle urne per assegnare lo scettro di Zaia
Venezia, 23 nov. (askanews) -Sono 4.296.920 gli elettori chiamati al voto domenica e lunedì in Veneto. Dovranno scegliere il presidente della Regione tra 5 candidati e 50 componenti del Consiglio regionale. Per lo scranno più alto concorrono per il Centrodestra Alberto Stefani, 33 anni, deputato e segretario regionale della Lega, oltre che ex sindaco del Comune di Borgoricco, in provincia di Padova, sostenuto da sei liste: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Unione di Centro, Noi moderati, Liga Veneta Repubblica. Per il Centrosinistra Giovanni Manildo, 56 anni, avvocato ed ex sindaco di Treviso, sostenuto da sette liste: Partito democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Volt Europa, Le civiche venete per Manildo, Uniti per Manildo, Pace salute lavoro Rifondazione comunista.
In corsa, poi, anche altri tre candidati: Riccardo Szumski, 73 anni, di Santa Lucia di Piave, candidato per la lista Resistere Veneto; Fabio Bui, 60 anni, già sindaco di Loreggia ed ex presidente della Provincia di Padova, sostenuto dalla lista Popolari per il Veneto; Marco Rizzo, 66 anni, ex deputato ed europarlamentare di Rifondazione comunista, sostenuto dalla lista Democrazia sovrana popolare.
Il Veneto è suddiviso in sette circoscrizioni elettorali: Belluno, Verona, Venezia, Vicenza, Rovigo e Treviso. Per ognuna di queste è stata predisposta una scheda elettorale. La legge elettorale veneta consente di esprimere una preferenza per il candidato presidente oppure solo per una lista e in tal caso il voto si intende espresso anche a favore del candidato presidente collegato alla lista. È possibile esprimere delle preferenze anche per i candidati consiglieri, fino a un massimo di due: appartenenti alla stessa lista e un uomo e una donna (o viceversa). È ammesso il voto disgiunto. Per entrare in Consiglio sono state fissate alcune soglie minime: – una lista che corre da sola deve ottenere almeno il 3% dei voti regionali; – una coalizione deve arrivare al 5%. Dentro una coalizione, se questa supera il 5%, anche le liste più piccole partecipano alla ripartizione.
Uno dei risvolti della tornata elettorale, è quello dell’affluenza ai seggi. Alle precedenti elezioni regionali, nel 2020, la percentuale dei votanti è stata del 61,15%. Alle elezioni politiche del 2022 fu del 70,2%. Alle elezioni europee del 2024 si sono recati ai seggi il 52,60% degli aventi diritto. Alle Regionali del 2020 Luca Zaia venne eletto presidente per la terza volta (la seconda con il nuovo sistema elettorale) con 1.883.960 voti, pari al 76,79%; secondo è stato Arturo Lorenzoni (centrosinistra) con 385.768 voti (15,72). Su 4.126.114 elettori si recarono alle urne in 522.920, con un’affluenza del 61,15%. Sarà il primo voto regionale per 252.238 neodiciottenni (5,87% del totale degli elettori veneti), il primo in assoluto per 22.076 (0,51%). All’estero risiedono circa 524.000 elettori veneti.
Alberto Stefani è “il delfino” leghista designato, al termine di un braccio di ferro durato mesi con Fdi, dal centrodestra. Il suo obiettivo dichiarato è di superare il 60%. Fratelli d’Italia punta a consolidarsi come primo partito, strappando la leadership alla Lega, ma in alcune province, come Verona, Forza Italia punta a primeggiare sulla stessa lega. Il centrosinistra ha chiuso la campagna elettorale sperando ancora di farcela, essendosi conclusa l’era-Zaia, ma per il candidato Manildo sarebbe già un positivo risultato superare il 30%.
Una sorpresa di questo turno elettorale potrebbe essere quella di Szumski, col suo movimento “Resistere”, che pesca molto nei no vax. Il tema più dibattuto in campagna elettorale è stato quello della sanità, con particolare riguardo alle liste d’attesa, che però il presidente Luca Zaia ha fatto sapere che si sono ridotte dai 500 mila pazienti in attesa dopo il covid ai 6 mila di oggi.


