Iccrom: La cultura scende in campo contro la crisi climatica
AskaNews
di admin Administrator  
il 16/12/2025

Iccrom: La cultura scende in campo contro la crisi climatica

Roma, 16 dic. (askanews) – La cultura non è solo un bene da proteggere, ma una forza motrice essenziale per affrontare la crisi climatica globale. Questo è il messaggio emerso con forza dalla 34a Sessione dell’Assemblea Generale dell’ICCROM, che ha ospitato un evento intitolato “Nesso Cultura-Clima: l’anello mancante”. L’incontro, informa una nota, è stato moderato dal Direttore generale dell’ICCROM Aruna Francesca Maria Gujral, ha riunito ministri, diplomatici e professionisti del patrimonio culturale per esplorare come l’integrazione del patrimonio culturale nell’azione per il clima e nella riduzione del rischio di catastrofi possa creare percorsi più sostenibili.

La Cultura: Deposito di Esperienza Secolare: in un momento storico segnato da ondate di calore, innalzamento dei mari e fenomeni meteorologici sempre più distruttivi, l’appello è chiaro: è necessario abbandonare gli approcci settoriali e adottare strategie olistiche. La cultura – in tutte le sue forme, materiale e immateriale – “incarna secoli di esperienza, conoscenza locale e valori condivisi che guidano le comunità attraverso il cambiamento ambientale”. Se mobilitata in modo strategico, questa conoscenza rafforza la coesione sociale, orienta comportamenti più consapevoli del rischio e potenzia l’adattamento guidato dalla comunità.

L’appello: spostare la cultura dai margini al centro Un risultato chiave della sessione è stato il riconoscimento unanime che la cultura “deve muoversi dai margini al centro della pianificazione climatica e della resilienza”. Ciò richiede non solo un aumento degli investimenti, ma anche una cooperazione intersettoriale e una sua integrazione diretta nei quadri politici nazionali e internazionali.

Il panel ha visto la partecipazione di figure di spicco, che hanno condiviso esperienze concrete e trasformative, dimostrando che questo cambiamento è già in atto in molte regioni.

Le esperienze nazionali: dalle antiche vie alle nuove politiche Il Guatemala, per esempio, ha posto l’accento sul valore intrinseco della terra: come affermato dal Ministro S.E. Lic. Liwy del Carmen Grazioso Immacolata, “La terra detiene un’identità viva, e la rivitalizzazione delle pratiche ancestrali e dell’istruzione è fondamentale per forgiare percorsi sostenibili.”

Nel Pakistan, nonostante il contributo minimo alle emissioni globali, il Paese affronta gravi impatti, e la perdita di paesaggi dovuta a eventi estremi significa anche “la perdita di memoria e identità culturale”. Per contrastare ciò, il Paese sta integrando attivamente il patrimonio culturale nella pianificazione dell’adattamento climatico.

La Repubblica Dominicana, situata nella vulnerabile cintura degli uragani, sta utilizzando la salvaguardia del patrimonio come un “meccanismo vitale per sostenere i sistemi idrici, il turismo sostenibile e la coesione comunitaria”, evidenziando il ruolo cruciale della collaborazione interministeriale.

Per l’Unione Europea, l’Ambasciatore S.E. Martin Selmayr ha affermato che la cultura “deve svolgere un ruolo centrale nella politica climatica”, citando come esempio iniziative come l’EU’s Green Heritage Project, che collegano il patrimonio immateriale all’azione per la riduzione delle emissioni di CO2.

Il Kenya sta investendo nel nesso cultura-clima, riconoscendo che la conoscenza indigena è in grado di guidare la gestione della siccità e la gestione forestale, essendo “inseparabile dalla terra e dall’identità comunitaria”. Il Paese sta rafforzando questa connessione anche tramite investimenti nel patrimonio digitale.

L’Azerbaigian, con il programma Culture for Climate (C4C) lanciato durante la sua Presidenza COP29, sta sfruttando tradizioni, arte e patrimonio per “guidare il cambiamento comportamentale e le soluzioni sostenibili”.

Infine, la Lettonia ha sottolineato come i rischi per i paesaggi e il patrimonio costruito richiedano un’educazione precoce e la ripresa di pratiche tradizionali di architettura e gestione del territorio per il rafforzamento della capacità di risposta.

Impegno globale per il futuro: in conclusione, i partecipanti hanno raggiunto un accordo fondamentale: “la cultura è il tessuto connettivo della resilienza”. Essa ancora l’identità, rafforza il capitale sociale e sostiene le comunità di fronte all’escalation dei rischi climatici. La riduzione del rischio di catastrofi e l’adattamento climatico “non possono più essere affrontati in modo isolato”, e la cultura è la forza che collega questi due domini.

Il panel ha chiuso con un impegno condiviso a intensificare gli sforzi per attivare il patrimonio culturale come una risorsa strategica. L’ICCROM ha espresso l’intenzione di continuare la partnership per “integrare pienamente la cultura nelle strategie climatiche globali – rafforzando le comunità, proteggendo le identità e promuovendo soluzioni sostenibili per le persone e il pianeta”.

[Vertice esperti e ministri per sostenere lo sviluppo di percorsi sostenibili per le comunità globali.|PN_20251216_00072|sp28| https://askanews.it/wp-content/uploads/2025/12/20251216_154505_54818047.jpg |16/12/2025 15:45:13|Iccrom: La cultura scende in campo contro la crisi climatica|Clima|Cronaca, Transizione Ecologica]