Stretta sulle pensioni anticipate e novità sul Tfr, il governo corregge così la manovra
Roma, 16 dic. (askanews) – Spunta una stretta sulle pensioni anticipate in manovra all’interno dell’emendamento da 3,5 miliardi di euro annunciato dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, e depositato in commissione bilancio del Senato.
La norma contiene una penalizzazione fino a 30 mesi per l’accesso alla pensione anticipata per chi ha riscattato il periodo di laurea e un allungamento fino a sei mesi della finestra per l’accesso alle prestazioni dalla data di maturazione del diritto alla pensione.
L’emendamento del governo prevede che per i soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento anticipato successivamente al 2030 non concorrano le anzianità contributive derivanti dal riscatto della laurea in misura crescente: sei mesi per chi matura il diritto nel 2031; 12 mesi per chi matura il diritto nel 2032; 18 mesi per chi lo matura nel 2033; 24 mesi per chi matura il diritto nel 2034 e 30 mesi per chi lo matura nel 2035.Nello stesso emendamento si interviene sulle finestre per accesso alla prestazione. Si passa dai tre mesi confermati per chi matura il diritto entro la fine del 2031, a quattro mesi per chi lo matura entro il 2033, a cinque mesi per chi lo matura entro il 2034 mentre chi maturerà il diritto alla pensione anticipata dal 1 gennaio 2035 potrà accedere al trattamento pensionistico dopo sei mesi.
Forti le reazioni di sindacati e opposizioni alla nuova norma depositata dal governo. “La legge di bilancio si arricchisce, fuori da ogni confronto, di un capitolo di nuove norme sulle pensioni. Confondendo Pasqua con Natale, nell’emendamento del governo c’è la sorpresa: un ulteriore allungamento del tempo da attendere per poter andare in pensione anticipata (le chiamano finestre) e una mega fregatura per chi ha riscattato la laurea, con un taglio fino a due anni e mezzo degli anni riscattati validi ai fini del requisito di accesso alla pensione. Insomma: età pensionabile secondo Meloni? Verso l’infinito e …oltre” afferma Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd.
“Ve lo ricordate lo slogan “aboliremo la Fornero”? Era propaganda, come tutto il resto” afferma Angelo Bonelli (AVS) “Oggi la destra non solo non abolisce nulla, ma peggiora le condizioni, allunga i tempi, scarica i costi sulle spalle di chi lavora e di chi studia, mentre continua a investire miliardi nella corsa al riarmo. È una scelta politica precisa e vergognosa: colpire il lavoro e il futuro per finanziare la guerra”.
“Il Governo mette mano alle pensioni, ma lo fa in silenzio – afferma il capogruppo M5S in Senato Stefano Patuanelli – Dal 2031 i contributi riscattati per la laurea valgono sempre meno, fino a perdere due anni e mezzo dal 2035. E anche quando maturi i requisiti, la pensione non parte più: slitta di mesi, fino a sei. Non è una riforma, è un rinvio sistematico dell’assegno. È risparmio di spesa scaricato sulle generazioni future, scritto nei commi per non dirlo apertamente”.
Critiche anche dalla Cgil. “Con queste scelte l’Esecutivo riesce in un’impresa clamorosa, quella di superare persino la legge Monti-Fornero, rendendo il sistema previdenziale ancor più rigido, ingiusto e punitivo per lavoratrici e lavoratori” commenta la segretaria confederale Lara Ghiglione.
Nell’emendamento del governo in tema previdenziale arrivano due novità anche sul Tfr con il silenzio assenso per i neoassunti per quanto riguarda l’adesione ai fondi complementari e l’obbligo di versare il Tfr all’Inps o ad un fondo anche per le aziende che hanno superato i 50 dipendenti dopo la riforma.

