Coldiretti in piazza a Bruxelles al grido «Non è questa l’Europa che vogliamo»
una delegazione di valdostani partecipa oggi, 18 dicembre a Bruxelles per salvare l’agricoltura europea, italiana e valdostana e la sicurezza alimentare di 400 milioni di cittadini contro i tagli - 9 miliardi per l'Italia - decisi da Ursula Von der Leyen e contro l'accordo commerciale con il Sudamerica
Coldiretti in piazza a Bruxelles al grido «Non è questa l’Europa che vogliamo».
Anche una delegazione di valdostani partecipa oggi, 18 dicembre a Bruxelles per salvare l’agricoltura europea, italiana e valdostana e la sicurezza alimentare di 400 milioni di cittadini contro i tagli – 9 miliardi per l’Italia – decisi da Ursula Von der Leyen e contro l’accordo commerciale con il Sudamerica.
La protesta
Occorre mandare via i tecnocrati che condizionano un’Unione Europea sempre più lontana dai cittadini e pericolosamente vicina alla sua implosione. È il messaggio scandito dalle migliaia di agricoltori di Coldiretti scesi pacificamente in piazza a Bruxelles al grido di “Non è questa l’Europa che vogliamo”, per denunciare la deriva autocratica imposta da Von der Leyen, che vuole togliere risorse alle imprese agricole e al cibo sano per finanziare i carri armati, minando così anche la salute dei cittadini consumatori.
Un piano che appare come un attacco alle fondamenta della sovranità alimentare dell’intero continente, in un momento in cui tutte le altre potenze investono sempre di più nell’agricoltura, ritenuta da tutti – tranne che dall’Europa – una risorsa strategica.
Per l’Italia si tratta di un taglio netto di 9 miliardi, che salgono a 90 se si considera l’intera Ue. Una decisione irresponsabile di Von der Leyen che provocherà il tracollo della produzione agroalimentare europea, favorendo un boom di importazioni da Paesi come quelli del Mercosur, privi degli stessi standard su utilizzo di pesticidi, protezione ambientale e diritti dei lavoratori.
Sulle centinaia di cartelli esibiti dai manifestanti si leggono, tra gli altri, “Von der Leyen go home”, “Contro i contadini non si governa”, “Affamate chi vi sfama”, “Fuori gli autocrati dall’Europa”, “A Bruxelles si taglia, nei campi si chiude”.
Le dichiarazioni
«Gli insensati tagli alla PAC e la proposta di un fondo unico agricolo mettono in ginocchio gli agricoltori italiani, e in particolare quelli valdostani – dichiara Alessia Gontier, presidente di Coldiretti Valle d’Aosta – servono risorse certe e regole distinte per la PAC, per garantire la permanenza degli agricoltori nelle aree marginali e cibo di alta qualità ai cittadini consumatori. Politiche sconsiderate come queste rischiano di compromettere il nostro patrimonio rurale e il nostro ambiente, che sono i veri tesori della nostra regione».
Elio Gasco, direttore di Coldiretti Valle d’Aosta, denuncia invece come anche la burocrazia europea continui a schiacciare le aziende agricole: «Le norme e i sistemi complessi dell’UE rappresentano un altro ostacolo alla crescita e alla sostenibilità delle nostre imprese. È fondamentale semplificare le procedure e destinare risorse adeguate per sostenere il reddito agricolo, che rappresenta anche un presidio ambientale e culturale fondamentale».
«Chiediamo quindi – continuano Gontier e Gasco – che vengano garantite risorse stabili e un quadro normativo più chiaro, per sostenere il reddito degli agricoltori e valorizzare i prodotti di qualità. In particolare, Coldiretti Valle d’Aosta propone la realizzazione di progetti territoriali che coinvolgano mercati contadini, scuole e mense, per promuovere stili alimentari sani basati su prodotti naturali e locali, contrastando l’aumento degli alimenti ultra-processati, causa di molte malattie croniche».
(re.aostanews.it)
