“Fidei Communio”: una nuova rivista di teologia e religious studies
Milano, 22 dic. (askanews) – È nata una nuova rivista di teologia e Religious Studies, “Fidei Communio”, edita dalla casa editrice Nerbini. A cinquant’anni dall’avventura di “Communio”, la rivista fondata da von Balthasar, de Lubac e Ratzinger per custodire l’insegnamento del Concilio, un gruppo di studiosi italiani e spagnoli rilancia oggi quell’intuizione dal di dentro di un mutato contesto storico, per rispondere alle sfide del presente e soprattutto riscoprire la serietà intellettuale di una ricerca che non teme di confrontarsi con le istanze culturali del proprio tempo.
Alla parola “Communio” troviamo così affiancata la parola “fides”. Da un lato il termine “Communio” lega idealmente il tentativo editoriale presente al progetto originario, dall’altro manifesta la rinnovata necessità di cogliere adeguatamente la portata di una parola la cui pregnanza teologica chiede di essere ricompresa alla luce dei nuovi paradigmi sviluppatesi nello scenario socio culturale. L’aggiunta della parola Fides sottolinea, come ulteriore necessaria specificazione per questo tempo presente, quella fondamentale personale esperienza dell’incontro con Dio che diviene intelligenza di fede. Se la “comunione” era l’orizzonte delle sfide postconciliari, la “fede” messa in crisi è l’orizzonte urgente attuale del pensare ecclesiale.
La Rivista “dà voce a un pensiero che vuole cogliere la realtà ultima delle cose e vuole generare un nuovo spazio libero, dove le diverse visioni della realtà, molto spesso anche contrapposte, possano entrare in dialogo tra loro”.
“Fidei Communio” è interamente leggibile on-line e scaricabile in formato pdf open access, volendo essere uno strumento accessibile e condivisibile tanto nell’ambito della comunità accademica quanto per un più vasto pubblico: “La rivista non è legata ad alcuna particolare istituzione accademica, ma è il frutto di un lavoro sinergico diretto da diversi docenti, che vede il coinvolgimento di pensatori provenienti da ogni parte del mondo. In secondo luogo, l’”interdisciplinarità”: la rivista intende infatti farsi spazio all’interno del quale far entrare in dialogo tra loro diversi ambiti del sapere: dalla teologia alla filosofia, dalla storia alla sociologia, dalla politologia alla letteratura, ecc. In questa prospettiva, la teologia è chiamata non soltanto a ricoprire un suo posto di rilievo, in quanto chiamata a creare le condizioni di possibilità di questo dialogo, ma anche a riscoprire la propria vocazione disciplinare, in quanto dovrà essere costantemente capace di ripensarsi alla luce delle diverse provocazioni provenienti dalle altre branche del sapere”
