Maimone (RMTR): “Difendere il Turismo Religioso dalla mercificazione della Fede”
Roma, 22 dic. – «Il turismo religioso non dovrebbe essere relegato a un mero e indiscriminato fenomeno commerciale. Risulta, invece, imprescindibile preservare il valore spirituale e culturale che caratterizza questi percorsi e le esperienze ad essi connesse. Questi itinerari rappresentano un’occasione unica per la crescita interiore dell’individuo e per il rafforzamento del legame con la dimensione spirituale. Si osserva, a tal proposito, una tendenza crescente a trasformare percorsi intrinsecamente spirituali e profondamente umani in occasioni esclusivamente economiche, con il rischio di comprometterne il significato più autentico», ha dichiarato Biagio Maimone, Coordinatore per l’Italia della Rete Mondiale del Turismo Religioso.
«È certamente legittimo promuovere la crescita economica dei territori interessati e delineare nuovi modelli di sviluppo in grado di favorire l’occupazione e l’inserimento lavorativo delle giovani generazioni. Tuttavia, risulta altrettanto necessario contrastare ogni forma di sfruttamento e speculazione da parte di chi, come accade non di rado, tende a strumentalizzare la dimensione religiosa e la fede per finalità meramente lucrative».
«Si nota, infatti, che negli ultimi mesi il turismo religioso viene talvolta presentato come una mera firma commerciale, come se rappresentasse una nuova frontiera del turismo tradizionale, riducendolo a un prodotto standardizzato da promuovere sul mercato, come farebbe un’agenzia di viaggi. Questa visione rischia di svilire la dimensione spirituale del percorso e di allontanarlo dal suo scopo autentico, che è quello di nutrire lo spirito e favorire la crescita interiore dell’individuo».
«Il mio invito è quello di non perdere mai di vista il senso profondo del turismo religioso, concepito come fattore di evoluzione umana e spirituale, nonché come occasione di valorizzazione del patrimonio culturale e umano. Non è accettabile attribuire al turismo religioso una connotazione predatoria o finalizzata allo sfruttamento».
«Il turismo religioso, se interpretato correttamente, può costituire un autentico fenomeno di civilizzazione: un’opportunità per migliorare l’essere umano, sviluppare valori etici e morali, rafforzare la fede e lo spirito, e contribuire alla costruzione di società più consapevoli e rispettose del patrimonio spirituale e culturale. È necessario favorire la crescita di questa nuova frontiera del turismo, la quale deve certamente generare benefici economici, ma senza compromettere l’integrità della religione e della fede attraverso logiche esclusivamente speculative. A tal fine, risulta imprescindibile un monitoraggio costante e un sistema di controllo rigoroso».
«Il turismo dell’anima deve rappresentare un nuovo linguaggio per lo spirito e un modello di turismo improntato all’umanesimo, capace di conciliare sviluppo culturale, arricchimento personale, crescita spirituale e sostenibilità sociale. Solo così esso può assumere pienamente il ruolo di strumento di evoluzione umana, di crescita della coscienza e di promozione dei valori profondi che fondano la nostra civiltà», ha concluso Maimone.
