Cia: accolti correttivi in manovra, ma serve visione politica
Roma, 23 dic. (askanews) – Per misure e risorse, una legge di Bilancio debole per l’agricoltura. Su credito d’imposta, Zes Agricola e lavoro occasionale, il comparto ottiene gli aggiustamenti che Cia aveva sollecitato, ma è lontana una visione politica all’altezza delle sfide agricole che vorrebbero l’Italia al timone di un vero cambio di passo, sia in Europa che a livello internazionale. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, sulla finanziaria appena approvata dal Senato con il voto di fiducia, e giudicata per il settore troppo prudente e poco coraggiosa.
“L’agricoltura meritava un impianto complessivo più organico e strategico a tutela del reddito degli agricoltori e a sostegno della competitività delle imprese – continua Fini – non correttivi, sebbene sostanziali, su interventi già collaudati. E rispetto alle precedenti manovre, mancano all’appello risorse e misure importanti. Di questo passo si resta sempre fermi alle norme utili e non si fa mai spazio a una strategia di medio-lungo periodo con veri investimenti sul futuro”.
Detto questo, Cia è soddisfatta dell’eliminazione, dall’art. 26, del divieto di compensazione dei crediti d’imposta con i contributi previdenziali e assistenziali, una misura fondamentale per il recupero di liquidità delle imprese, non solo agricole. Atteso anche il rifinanziamento della ZES Agricola, sebbene ancora limitato: l’integrazione per il 2025 e i nuovi fondi 2026 restano ampiamente al di sotto del fabbisogno minimo stimato dall’Agenzia delle Entrate.
La stabilizzazione del lavoro agricolo occasionale va nella direzione della semplificazione, ma non basta a risolvere la crisi di manodopera. Cia insiste per un piano chiaro su lavoro, formazione e redditività, che incida sulle cause reali delle difficoltà delle imprese. Bene anche l’intervento sulle aziende faunistico-venatorie: si introduce un modello gestionale più coerente con le esigenze delle aree interne e che rafforza la multifunzionalità agricola.
Inaccettabile, invece, il ritiro dell’emendamento sulla legalità del fiore di canapa industriale a basso THC: un settore da oltre 3mila imprese e più di 20mila posti di lavoro necessita ora di un tavolo di filiera, urgente, presso il Masaf. Di contro, a far ben sperare, è la proroga della sperimentazione in campo delle Tea fino a fine 2026 e la riduzione delle accise per i birrifici italiani: libererà quasi 5 milioni di euro per nuovi investimenti nei prossimi due anni.
“Difendiamo l’agricoltura a Bruxelles e chiediamo rispetto con una Pac più forte ed equa, insistiamo sul principio di reciprocità sui mercati a salvaguardia della produttività e della qualità agroalimentare Made in Italy, ma dobbiamo anche mettere l’Italia agricola nelle condizioni di anticipare il cambiamento e guidarlo nei fatti – chiosa Fini – Adesso la partita si sposta sul collegato agricolo ‘ColtivaItalia’ che auspichiamo possa dare risposte celeri e concrete al settore. La legge di Bilancio – conclude – ha perso l’occasione di dare l’esempio con scelte politiche più solide, risorse certe e una visione ampia, orientata davvero dall’anima agricola del Paese e dai suoi territori rurali”.
