Corte Conti, sabato ok definitivo dal Senato a riforma durante festività
Roma, 24 dic. (askanews) – Con il ‘favore’ delle festività natalizie andrà ‘a meta’ con il via libera definitivo dall’aula del Senato la riforma della Corte dei Conti. Voluta dal centrodestra e fortemente contrastata dalle opposizioni e dagli stessi magistrati contabili, la riforma diventerà legge sabato 27 dicembre, tra Natale e Capodanno. L’aula del Senato è già stata convocata a partire dalle ore 11 e il via libera è atteso nella stessa giornata e nell’identico testo approvato dalla Camera ormai otto mesi fa (il 9 aprile).
Il provvedimento, composto da soli 6 articoli ma di sicuro impatto, contiene misure che incidono sulle funzioni e sull’attività di controllo, consultiva e preventiva della magistratura contabile e stabilisce un tetto al risarcimento da parte degli amministratori pubblici che dovessero essere condannati a causa di dolo e colpa grave per danno erariale. Un tetto che viene fissato al 30% del pregiudizio accertato e comunque non superiore al “doppio della retribuzione lorda conseguita nell’anno di inizio della condotta lesiva causa dell’evento o nell’anno immediatamente precedente o successivo”.
Si interviene sulla stessa definizione di dolo e sulla colpa grave per il danno erariale escludendola ad esempio per “la violazione o l’omissione determinata dal riferimento a indirizzi giurisprudenziali prevalenti o a pareri delle autorità competenti” e anche quando il fatto dannoso tragga origine da “atti richiamati e allegati che costituiscono il presupposto logico e giuridico dell’atto sottoposto a controllo”.
La riforma assegna inoltre al governo la delega, da esercitare entro 12 mesi, per riorganizzare e riordinare le funzioni della Corte e del procuratore generale per aumentarne “l’efficienza”. Anche per i giudici contabili arriverà, dunque, la separazione delle carriere tra requirente e giudicante. Introdotta infine una sanzione pecuniaria per il pubblico ufficiale che sia responsabile di un ritardo superiore al 10% rispetto al timing per la conclusione di progetti connessi al Pnrr.
La riforma approvata prima dell’estate dalla Camera è stata difesa a spada tratta in Senato dal governo e dalla maggioranza. In commissione il senatore Costanzo della Porta, a nome di Fdi, ha sottolineato la necessità di “mettere al riparo gli amministratori dalla paura che li imbriglia” attraverso la previsione che “il controllo sia doveroso, ma che debba basarsi su fatti e non su mere presunzioni”. Lo stesso copione sostenuto dal centrodestra in occasione dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio quando era stata evocata la ‘paura della firma’.
Parimenti netta è stata la contrarietà delle opposizioni. Per il Pd, la riforma contiene profili di incostituzionalità e produrrà una “pericolosa deresponsabilizzazione dei pubblici amministratori”, a scapito della collettività che dovrà pagare la differenza tra il danno e il risarcimento. La legge è un “escamotage per superare nei fatti il controllo di legalità”, sostiene il M5S, invitando a guardare gli effetti del combinato disposto delle norme: con la possibilità di richiedere un parere preventivo ai giudici unita all’introduzione di un meccanismo di silenzio assenso ma in assenza di risorse aggiuntive per il personale, la Corte “sarà ingolfata da richieste di pareri preventivi che non riuscirà ad evadere, alimentando il meccanismo del silenzio-assenso”.
L’associazione dei magistrati contabili ha tentato di mettere in guardia rispetto all’erosione degli equilibri costituzionali posti a tutela della legalità, della finanza pubblica e del corretto utilizzo delle risorse pubbliche, incluse quelle del Pnrr. “L’auspicio”, giunto un paio di giorni fa, dal presidente dell’associazione Donato Centrone è che “le porte rimangano ancora aperte” per un ripensamento prima del via libera, seppur, con una dose di realismo, aveva subito aggiunto: “Ove non dovesse avvenire, auspichiamo che si possa intervenire sui decreti attuativi per ascoltare e farci partecipi, in fase di attuazione delle deleghe”.
