Arte in quarantena: Gabriele Maquignaz protagonista su Tgcom24
L'artista di Valtournenche è stato il protagonista della prima puntata, in onda mercoledì 26 febbraio, del nuovo format "Arte in quarantena"
Arte in quarantena: è il valdostano Gabriele Maquignaz il primo protagonista del format del Tgcom24.
Arte in quarantena, è una rubrica creata da Tgcom24 per sopperire all’impossibilità di recarsi ai musei e alle mostre d’arte dettata dall’isolamento dovuti alla prevenzione per la diffusione del contagio da Coronavirus.
La prima puntata è andata in onda mercoledì 26 febbraio e ha visto come protagonista la performance dell’artista di Valtournenche, Gabriele Maquignaz, tenuta il 6 febbraio alla Libreria Bocca di Milano, in occasione della presentazione, insieme a Philippe Daverio, del suo catalogo.
Maquignaz ha proposto la sua La Porta dell’Aldilà.
Soprannominato da Philippe Daverio “lo sciamano del Cervino”, l’artista ha recentemente presentato, assieme al critico d’arte e al professor Guido Folco, l’ultimo suo catalogo d’arte La Porta dell’Aldilà, edito da Skira Edizioni.
La performance
L’artista durante la presentazione ha eseguito, davanti a un pubblico incuriosito, una performance artistica che puntava dritta al disvelamento della terza dimensione. La Porta dell’Aldilà si è aperta grazie a una tela e a uno speciale taglierino, da lui stesso ideato.
Forgiato in oro, acciaio, alluminio e ceramica, l’oggetto diventa un codice e una chiave d’accesso per la terza dimensione che supera lo spazio e il tempo contingenti, quella dell’aldilà. Recidendo la tela per mezzo di un’azione, quella del taglio, ragionata e codificata, Maquignaz ha così unito per sempre le due dimensioni nell’arte.
Siamo ben oltre Fontana – secondo la critica- , guardiamo attraverso Munch per cercare lo spirito, l’essenza di tutto.
«Il tempo si forma dopo che si è formato lo spazio, però esiste un tempo necessario per definire il Big Bang, che è l’attimo prima dell’esplosione – spiega Philippe Daverio -. Gli artisti sono gli unici a essere a conoscenza – intuitiva – di cosa è accaduto in quell’attimo. Ne conservano la memoria e cercano di riscoprirla per ritrovare così la propria identità».
Quello che cerca di fare Gabriele Maquignaz aprendo varchi che superano le dimensioni di spazio e tempo nell’arte. Sempre Daverio, in una dichiarazione critica sulle opere dell’artista, aveva infatti sottolineato come «Gabriele Maquignaz è inconsapevolmente egizio e maya, tibetano e alpino. È inconsapevole perché lo sciamano non deve svelare l’arcano a nessuno, neppure a se medesimo. Deve solo operare con le sue rivelazioni, con l’esternazione ambigua delle sue percezioni».
(re.newsvda.it)