Comunali: Laurencet e Favre per risollevare la «povera Aosta»
Presentati i candidati alla carica di sindaco e vice sindaco per Fratelli d'Italia e Forza Italia
La voglia di non fare una politica contro, ma di cercare il dialogo per il bene della città, un caso Aiello liquidato come «presa di posizione politica» e un mancato accordo con la Lega che ha lasciato comunque un dispiacere. Si è mossa su queste linee la presentazione di Paolo Laurencet e Renato Favre, il ticket candidato da Fratelli d’Italia e Forza Italia (con due liste distinte) alla guida della coalizione che punta a vincere le comunali di Aosta «perché le vinceremo».
Il candidato sindaco
Commercialista, classe 1976, nato ad Aosta e residente al Quartiere Cogne, Paolo Laurencet non ci ha messo «tanto ad accettare – racconta -. Ho messo da parte gli interessi personali e professionali, perché quando ho sentito il nome di Aosta, mi si è aperto il cuore».
In questi anni, il commercialista aostano ha «visto la città peggiorare – dice -. Se avessi fatto finta di nulla sarei stato complice e non avrei potuto lamentarmi».
Da qui la scelta di lanciarsi, con «entusiasmo e sana follia, per quanto un commercialista possa essere folle». A differenza di «quanto proposto da altri», Paolo Laurencet non vuole sentire parlare solo «di passato e futuro», ma bisogna «pensare al presente, perché Aosta è adesso e ora, inutile fare voli pindarici e pensare che ogni volta la città debba essere rasa al suolo per ricominciare».
Lavoriamo su ciò che non funziona
Un’Aosta che, comunque, appare «trascurata, a cominciare dagli impianti sportivi» che non possono essere «lasciati vuoti».
Laurencet evidenzia «un problema di illuminazione e sicurezza» e ricorda che «qualcosa è stato fatto, ma dobbiamo migliorare. È un errore pensare che sia tutto sbagliato, lavoreremo su ciò che non funziona».
Il candidato sindaco pensa a una «politica efficace per gli asili nido» al fine di favorire lo smartworking e ricorda che «non si può lavorare chiusi in ufficio e dietro una scrivania – conclude -. Le comunicazioni non possono essere affidate solo ai social, bisogna essere presenti e toccare con mano».
«Siamo per il dialogo – chiude -, dalla Regione agli avversari. Siamo per costruire, che è più complicato, ma altrimenti non si va da nessuna parte».
Il candidato vice sindaco
«Molti si chiederanno che ci faccio qui, beh la passione politica te la porti dentro fino alla fine» è l’incipit scelto dal candidato vice sindaco Renato Favre, già in consiglio comunale dal ’90 al 2010, come consigliere, assessore e presidente del Consiglio e ora espressione di Forza Italia, dove è approdato come rappresentante di PNV.
«Alberto ed Emily sono riusciti a convincermi – ricorda Favre -, puntando sul mio amor proprio e sul fatto che non riuscivo a sopportare di vedere una città così straordinaria ridotta in questo stato».
Da qui l’idea di smettere «di criticare e mettere a frutto l’esperienza», al fine di ridare alla città «i requisiti fondamentali», come «pulizia, illuminazione, strade dignitose e sicure e parcheggi adeguati».
Consiglio comunale dei ragazzi e incontri
Se da un lato Favre vuole riportare in auge «il consiglio comunale dei ragazzi» per «approcciarli alle istituzioni», dall’altro punta a «una serata al mese» per un «dibattito aperto con i cittadini», per una versione «non ammantata di segrete stanze» del Caffé col sindaco di centoziana memoria.
«Come detto da Josette Borre, una consigliera uscente, le frazioni sono abbandonate – attacca ancora Favre -. Non dimentichiamo che Aosta non è solo la Plaine. Occorre rispolverare la politica del tombino, partendo dai piccoli problemi per poi pensare ai voli pindarici».
No alla politica social
Il candidato vice sindaco dice «basta allo stare chiusi negli uffici», perché «non si può essere più attenti ai social che al territorio, bisogna tornare a consumare la suola delle scarpe».
E chiude. «Il verde pubblico abbandonato, l’arredamento urbano discutibile, le opere viarie disastrate e la gestione degli impianti sportivi che fa acqua da tutte le parti dimostrano il fallimento di Centoz e Marcoz».
I coordinatori – Alberto Zucchi
A introdurre la presentazione ci ha pensato il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Alberto Zucchi, che ha confermato la scelta di presentare due liste e si è detto sorpreso dell’«incipit usato dalla maggioranza uscente: impedire che il centrodestra possa governare – esclama -. Questo è l’esempio di chi come obbiettivo ha solamente quello di evitare che gli elettori possano esprimere il cambiamento».
E attacca. «Non abbiamo fatto che vedere uno scaricabarile da loro, che hanno cambiato il guidatore del pullman – dice -; ma secondo noi è da cambiare anche il pullman. E noi siamo quattro aostani che pensiamo che Aosta meriti molto di più».
E ancora una frecciatina alla Lega. «Il nostro programma non l’ha scritto solo Paolo, pur avendone capacità – conclude -. Tutti stiamo contribuendo in una logica di squadra».
Emily Rini
«Tutti parlano di stabilità – esordisce la coordinatrice di Forza Italia, Emily Rini -, ma per ottenerla bisogna fare un passo l’uno verso gli altri e questo abbiamo cercato di fare, sedendoci al tavolo e smussando gli angoli per ridare vita alla mia povera città».
Povera, secondo Rini, «perché la vivo e il degrado è sotto gli occhi di tutti, a causa di una classe politica troppo impegnata a litigare e rimasta arroccata, non come in Regione dove si è comunque andati al voto».
Ricordato di una «Busseyaz al buio per sette-otto mesi», la coordinatrice di Forza Italia ricorda che «bisogna ripartire dalle piccole cose. Noi siamo per Aosta, non contro qualcuno e vogliamo riscattare la nostra bellissima città».
E per questo «un gruppo coeso può fare la differenza, a maggior ragione se ha partiti seri alle spalle, con collegamenti dove vengono prese le decisioni, in Regione, a Roma e in Europa».
Poi una chiosa sulla scelta di Favre. «Forza Italia non ha riesumato nessuno, cadaveri non ne vedo, siamo molto vivi – chiosa -. Abbiamo scelto indipendentemente dall’età e ricordo che quando vinceremo le elezioni servirà l’esperienza di chi ha già governato».
Il caso Aiello
Inevitabile la domanda sul caso Aiello, emerso sulle pagine di Gazzetta Matin, nelle quali Rini aveva dichiarato di non volersi candidare con chi fa il saluto romano.
«Aiello? È una risorsa – prova a chiudere l’incidente Rini -. Non è mai stata una questione personale, cosa che non mi appartiene, ma semplicemente una presa di posizione politica. Come Forza Italia non abbiamo mai messo nessun veto e mai lo faremo con altri partiti, semplicemente ho esplicitato la nostra posizione».
Alberto Zucchi sottolinea che Lorenzo Aiello, peraltro consigliere uscente, sarà «capolista» e «collabora alacremente per la stesura del programma».
Lo segue Laurencet. «Ha esperienza ed è normale che avesse il desiderio di aspirare a una carica – conclude -, è giusto coltivare ambizioni, ma le ha messe da parte per collaborare».
Alleanza saltata
Inevitabile anche un riferimento alla mancata alleanza con la Lega, che potrebbe rivelarsi un boomerang in Comune.
«Siamo molto dispiaciuti che in Valle d’Aosta non si sia riproposto quanto fatto in altre regioni d’Italia – chiude il caso Rini -. Berlusconi ha fatto un appello per la coesione, ma questa cosa non è possibile per scelte di altri. Si sarebbe dovuto fare un ragionamento unitario su regione e comune; sarà bello il giorno si anteporranno gli interessi di tutti a quelli del partito».
(alessandro bianchet)