Valle d’Aosta, sanità: il Piano pandemico regionale è fermo al 2009
Il capo della Protezione civile Pio Porretta: «E' sbagliato pensare che il Piano non sia stato applicato perché vecchio».
Valle d’Aosta, sanità: il Piano pandemico regionale è fermo al 2009.
Il Piano pandemico operativo regionale e il Piano generale di gestione delle crisi epidemiche, non epidemiche e nel settore degli alimenti e dei mangimi in Valle d’Aosta c’erano. Il primo, però, non viene aggiornato dal 2009, mentre il secondo è stato datato 2013. La notizia è stata pubblicata da Gazzetta Matin nell’edizione del 23 novembre.
Oggi, giovedì 3 dicembre, il tema è stato affrontato in Consiglio Valle con un’interpellanza presentata dal consigliere regionale della Lega Andrea Manfrin.
Sebbene citati nella pagina web della Regione incentrata su “La pianificazione regionale dell’emergenza”, nessuno dei due documenti è disponibile online. Gazzetta Matin è entrata in possesso del Piano pandemico del 2009 che, come si legge nella prima delle sette pagine di cui si compone, «traduce nella realtà regionale le indicazioni contenute nel Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale». Si tratta però di dossier che con l’insorgere dell’emergenza coronavirus sono tornati rapidamente in un cassetto.
Porretta: «Sbagliato pensare che il Piano non sia stato applicato perché vecchio»
Riguardo al Piano pandemico, il capo della Protezione civile regionale Pio Porretta spiega: «Non è stato praticamente applicato. Abbiamo utilizzato quello generale di Protezione civile insieme a un documento predisposto dal Dipartimento di Protezione civile con cui è stata attivata la catena di comando per questo tipo di emergenza. Abbiamo utilizzato una procedura ad hoc. A febbraio il Dipartimento ha inviato alle Protezioni civili di tutte le regioni italiane un documento che prevedeva l’attivazione dei soggetti coinvolti».
Resta però il fatto che il Piano pandemico regionale non viene aggiornato da 11 anni. Ed è lo stesso Porretta a spiegare che «tutti i piani devono essere rivisti periodicamente, perché si tratta di strumenti dinamici da adattare alle nuove esigenze e problematiche».
E allora perché quello pandemico non è aggiornato? Risposta: «Perché è stata una priorità, legata a input arrivati da Roma, alla revisione dei piani inerenti le dighe e tutto quel che riguarda il rischio idrogeologico e idraulico. Però è sbagliato pensare che il Piano pandemico non sia stato applicato perché vecchio. Per alcuni passaggi lo abbiamo utilizzato, ma abbiamo previsto procedure ad hoc. Quel Piano in generale non ci serviva, altrimenti lo avremmo applicato».
Montagnani: «Una pandemia così il mondo moderno non l’aveva mai vista»
Il coordinatore sanitario dell’emergenza Luca Montagnani aggiunge: «Dal punto di vista amministrativo, per questa pandemia è stato rivoltato tutto. I documenti parlano di pandemia in tempo di pace, nulla di paragonabile con quanto avvenuto a marzo. Abbiamo applicato il piano fino a quando il governo ha deciso di nominare i soggetti attuatori».
Precisa Montagnani: «A marzo è stato uno tsunami, una cosa che ci è piovuta in testa. Ora però i piani ci sono, come quello per la gestione dell’ospedale,e sono stati presentati ben prima della ripresa della pandemia a cui purtroppo stiamo assistendo. Ad esempio poi abbiamo chiuso l’accordo con Isav (la clinica privata e convenzionata di Saint-Pierre ndr)».
Sul Piano pandemico, poi, il coordinatore aggiunge: «Abbiamo un piano per una pandemia influenzale, ma qui il problema è diverso. Una pandemia così il mondo moderno non l’aveva mai vista».
Barmasse: «Il Piano del 2009 è stato superato dai fatti»
«Io il piano del 2009 non lo conosco nel dettaglio – afferma l’assessore alla Sanità Roberto Barmasse -, ma non è applicabile a quello che è successo adesso. Una pandemia si verifica, quando si verifica, ogni cento anni. Si è sempre cercato di rispondere alle necessità, perché il Piano del 2009 è inutile in questo momento, è stato superato dai fatti. Io credo che un’emergenza come questa non fosse pianificabile perché una pandemia simile non si era mai vista».
Castelli: «I piani? Strumenti utili»
Il direttore sanitario dell’Ausl Maurizio Castelli, invece, evidenzia come «i piani del 2009 e del 2013 si sono rivelati utili strumenti in quanto i loro contenuti identificano chiaramente la catena di comando in situazione critiche, dettagliano l’analisi di rischio e contengono schemi di attivazione e coordinamento in caso di emergenza».
A inizio estate, comunque, la Regione si è dotata di una Programma operativo per la gestione emergenza Covid-19. Si tratta di un documento di 85 pagine con tre allegati: il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, il Piano di riorganizzazione della rete territoriale e il Piano operativo regionale per il recuperodelle liste di attesa.
(federico donato)