Inchiesta bestiame: ennesimo rinvio, questa volta per lo sciopero degli avvocati
Non sembra proprio essere nato sotto la migliore stella, il processo ai 59 imputati sul bestiame contaminato e sulle fontine adulterate.
Dopo gli innumerevoli rinvii dovuti al mancato deposito di tutte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche dal patois all’italiano, questa volta ci si è messo di mezzo lo sciopero indetto dal 16 al 20 settembre dalla Giunta dell’Unione Camere Penali sui temi del carcere e della riforma della giustizia, sciopero a cui hanno già annunciato la loro adesione diversi avvocati dei 59 imputati coinvolti nel procedimento.
Se poi si aggiunge che i periti, che lunedì avrebbero dovuto essere ascoltati, non hanno ancora depositato tutte le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche dal patois, ecco che l’ennesimo rinvio è bell’e che servito.
L’inizio dell’udienza preliminare risale all’ottobre del 2011, nell’ambito della quale si costituirono parti civile la Regione, l’Azienda Usl della Valle d’Aosta e l’Anaborava.
Le accuse mosse dal pm Pasquale Longarini agli imputati – allevatori, veterinari e produttori di formaggi operanti in Valle d’Aosta – vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni della Regione, al maltrattamento e uccisione di animali, dall’abusivo esercizio di professione alla frode in commercio.
(pa.ba.)