Recuperati i corpi dei due alpinisti dispersi sul Monte Bianco da otto giorni
Non ce l’hanno fatta i due esperti alpinisti francesi bloccati da mercoledì scorso su una cornice rocciosa sulle Grandes Jorasses, nel massiccio del Monte Bianco.
Approfittando di una finestra di bel tempo prevista per la giornata di mercoledì, i due si erano avventurati sul massiccio del Monte Bianco, ma sono stati sorpresi da una bufera di neve. Nei giorni scorsi, i soccorritori francesi e italiani avevano tentato più volte di ‘avvicinare’ gli sfrotunati alpinisti, senza successo a causa delle proibitive condizioni meteo. Oggi, poco dopo le 11.30, si è alzato in volo l’elicottero del Soccorso Alpino Valdostano, allertato dai colleghi del Peloton d’haute montagne di Chamonix che poco prima aveva individuato i corpi, grazie alla giacca rossa indossata da uno dei due, sul versante italiano; dopo aver ispezionato la zona, a 4050 metri, tra le rocce lungo la discesa Wakler e il ghiacciaio della via Whymper, i corpi di Olivier Sourzac e Charlotte De Metz sono stati individuati, recuperati e poi trasferiti nella camera mortuaria del cimitero di Courmayeur.
Olivier Sourzac, 47 anni, esperta guida di Sallanches della Compagnie des Guides du Mont Blanc di Chamonix e Charlotte De Metz, 44 anni di Fontainbleau, nei pressi di Parigi era saliti martedì al refuge Leschaux, sul versante francese, con l’intenzione di uscire in cresta in giornata, affrontando il Linceul, sulla parete Nord che scende tra lo sperone Walker e la cresta des Hirondelles.
Nel tratto finale però una bufera di neve li ha costretti a bivaccare; era la notte di mercoledì; giovedì erano riusciti a raggiungere la cornice di roccia sul confine tra Francia e Italia; di lì la strada verso il rifugio Boccalatte sarebbe stata di circa 4 ore. Ma nel frattempo, il metro abbondante di neve caduta ha impedito loro di continuare, a causa del rischio valanghe. I contatti telefonici si sono interrotti venerdì sera, quando la batteria del cellulare della guida di Sallanches si è esaurita. Nell’ultima chiamata Sourzac aveva comunicato di essere riuscito a scavare una ‘truna’, una buca nella neve, unico modo per sopravvivere vista la temperatura attorno allo zero, quando ‘fuori’, a causa del vento si registrano anche -30 gradi.
Una via valutata molto difficile, aperta nel 1968 da René Desmaison e Robert Felmatti, percorsa nel tempo record di 2 ore e mezzo nel 1977 dal francese Jean Marc Boivin e che purtroppo, nei giorni scorsi è costata la vita a Sourzac e De Metz.