Liberalizzazione del commercio: opportunità per tutti
Francamente faccio fatica a comprendere le vere ragioni della protesta dei commercianti in merito alla liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Il rischio desertificazione c’è, ma non a causa dell’ulteriore concorrenza che i piccoli esercenti subiranno. Ritengo che più piccoli sono gli esercizi, più facilità avranno di decidere orari e giorni di apertura delle loro imprese. Poter tenere aperto la domenica e in orari anche serali o notturni sarà una scelta strategica autonoma e non obbligatoria. Certamente, un’opportunità da cogliere.
Nelle regioni turistiche come la Valle d’Aosta quella dell’apertura domenicale e festiva dei negozi è abbastanza la normalità. Ho l’esperienza personale di Courmayeur: mia madre, commerciante da oltre trent’anni, nei primi sette anni di attività non chiuse un solo giorno. Non aveva aiuti se non quello dei figli a Natale e agosto. La sua fu una scelta, dettata inizialmente dalle necessità. Una scelta che l’ha premiata, visto che ha fidelizzato molti clienti, certi di trovare il suo negozio aperto anche a maggio o novembre. Cosa ha fatto mia madre dopo i sette anni menzionati? Ha osservato (non sempre, e comunque per scelta) il turno di chiusura (rigorosamente infrasettimanale) e in seguito, quando l’età è un pochino avanzata ha trovato una brava collaboratrice, la quale ha potuto sostituirla in sua assenza, fermo restando l’obiettivo di dare lo stesso standard di servizio alla sua clientela: non chiudere neanche nei periodi cosiddetti “morti”.
L’esempio di mia madre è abbastanza comune, e rende bene l’idea di quello che può essere la libelalizzazione dell’orario di chiusura dei negozi. Chi vorrà stare aperto, sarà liberissimo, e farà in modo di farlo sapere in modo che il suo impegno/sacrificio potrà essere ripagato dalla fiducia dei clienti, magari anche nuovi.
Tenere i negozi aperti la sera, magari in estate, potrebbe dare nuovo slancio sia all’immagine di Aosta, una cittadina notoriamente addormentata, che all’economia della città. Penso che un servizio di questo genere creerebbe una nuova cultura del fare la spesa o shopping anche nei valdostani, i quali sono abituati alla chiusura dei negozi delle 12,30 e 19,30.
Discorso spese. Tenere aperto la domenica e prolungare l’orario di apertura comporterà maggiori costi agli imprenditori, questo è vero. Ma i maggiori costi potrebbero essere compensati da maggiori guadagni, oppure essere annullati da un maggior impegno dei titolari delle imprese. Più costi per le imprese potranno significare anche maggiori guadagni per i commessi, i quali con più soldi in busta paga potranno spendere un po’ di più, dando un po’ di fiato all’economia. Gli imprenditori potrebbero obiettare sul fatto che i rischi (costi) sarebbero certi (straordinari, festivi), ma i benefici (incassi) no. Starà all’abilità e all’intuizione di ognuno creare le occasioni. Come? Perché non pensare a promozioni o eventi in momenti particolari della giornata?
Le associazioni dei commercianti dicono no alla liberalizzazione, ma i consumatori dicono sicuramente sì. Con orari più flessibili sarà possibile andare alla ricerca del miglior prezzo. E un freno alla corsa dei prezzi è quello che tutti chiediamo. O no?
(luca mercanti)