POLITICA & ECONOMIA
di news il
03/02/2012

Salva Italia, la Valle d’Aosta ricorre alla Corte costituzionale

La Giunta regionale, nella seduta di oggi ha deliberato di proporre ricorso, dinnanzi alla Corte costituzionale, avverso il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, (pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana n. 300 del 27 dicembre 2011), limitatamente agli articoli 13, commi 11 e 17, 14, comma 13bis, 22, comma 3, 23, comma 22, 28, comma 3, e 48.
Il decreto legge 201/2011, conosciuto come Salva Italia, pone ulteriori interventi di finanza pubblica di carattere urgente, prevedendo strumenti correttivi o integrativi rispetto alle precedenti manovre recentemente approvate, – in particolare il decreto-legge 98/2011, il decreto-legge 138/2011 e la legge 183/2011 -, con le quali lo Stato è intervenuto al fine di garantire la stabilità del Paese con riferimento all’eccezionale situazione di crisi internazionale e per rispettare gli impegni assunti in sede di Unione europea.
Contestualmente al ricorso, la Regione Valle d’Aosta ha provveduto a una variazione di bilancio (40 milioni), secondo quanto prevista dalla manovra Salva Italia. «Riteniamo che l’ulteriore sacrificio non sia dovuto dalle regioni a statuto speciale, che avevano già sottoscritto un accordo con il governo Berlusconi nell’ambito del federalismo fiscale».
Le disposizioni, quindi, appaiono lesive delle prerogative della Regione in quanto prevedono, unilateralmente, senza previo accordo alcuno e senza alcun criterio di proporzionalità, quote di tributi propri della Regione riservati all’Erario, accantonamenti a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali spettanti alla Regione e un ulteriore concorso alla manovra finanziaria a carico della Regione, in contrasto con le disposizioni statutarie e la normativa di attuazione in materia di rapporti finanziari con lo Stato e il principio consensuale che, come anche recentemente ritenuto dalla stessa Corte costituzionale (sentenza n. 133/2010), deve presiedere la regolamentazione dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Valle d’Aosta.
(l.m.)

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