La corsa elettorale è partita con buon anticipo
Lunedì 20 il presidente del Consiglio regionale, Alberto Cerise, sentirà i tre consiglieri regionali coinvolti nella vicenda delle pressioni sul voto in aula e in seguito alle quali i consiglieri Uv, Héléne Impériale e Luciano Caveri avevano inviato una lettera di denuncia contro il capogruppo Uv, Diego Empereur, autore secondo i due delle pressioni.
Lo stesso Empereur fa sapere che il presidente della Regione, Augusto Rollandin, sarebbe estraneo al fatto. Fatto su cui prende posizione oggi dalle colonne del Peuple il presidente del Mouvement, Ego Perron, ricordando come i cosiglieri unionisti non sono liberi di fare quello che vogliono, ma che devono mantenere una linea comune, quella decisa dal Mouvement, grazie al quale sono anche stati eletti in Consiglio.
Una stilettata non solo a Caveri e Impérial, che non rappresentano certo l’anima rollandiniana del Mouvement, con l’ex presidente della Regione critico a più riprese con il Leone Rampante per l’apertura al Pdl.
Per Perron – e il ragionamento non fa una grinza – i panni sporchi si devono lavare in casa, ovvero: divergenze e opinioni differenti possono essere manifestate e discusse nel corso del Consiglio del Mouvement, senza incappare in brutte figure in aula.
Aula che nell’ultimo Consiglio ha visto spunatre sette franchi tiratori. Tanti, anche perché è molto probabile che non fossero solo unionisti. In Stella Alpina e Pdl da rivercare altri soggetti del dissenso.
Governo regionale che scricchiola? Non credo. Penso piuttosto al fatto che la campagna elettorale, soprattutto in casa Uv, sia partita in anticipo. La questione dei franchi tiratori la leggerei come un segnale inviato al presidente Rollandin per quanto riguarda l’interim dell’assessorato alle Finanze. Novanta giorni di tempo per capire se la vicenda Lavoyer si sgonfierà (o si gonfierà) e poi la decisione di affidare l’incarico.
La stessa lettura la darei alla lettera di Impérial e Caveri. Non un atto di alta etica e moralità, anche perché credo che in passato di indicazioni simili ce ne siano state diverse, ma forse la volontà di mettere il bastone tra le ruote a uno dei papabili per l’assessorato, Diego Empereur, appunto, il quale non ha certo fatto una bella figura con l’invito manifestato ai due colleghi di lasciare l’aula in caso di una seconda votazione segreta. Invito fatto per stanare gli altri franchi tiratori, dando per scontato che loro due lo fossero.
Il presidente Perron non poteva che cercare di gettare acqua sul fuoco, mentre per il presidente Cerise, garante di quanto avviene in Consiglio, ha tra le mani una bella gatta da pelare, perché la cosa difficilmente potrà concludersi a tarallucci e vino.
Ma questa, ovviamente, è solo fantapolitica.