18 milioni di euro per favorire l’occupazione
Occupabilità, rilancio dei mestieri e incentivi alle assunzioni: sono i tre punti attorno ai quali si articola il Piano triennale di politica del lavoro 2012-2014 presentato oggi a palazzo regionale dal presidente della Regione, Augusto Rollandin, e dal coordinatore del Dipartimento delle Politiche del lavoro, Roberto Vicquéry. Presenti i rappresentanti delle parti sociali, con i quali il piano è stato concertato al termine di tre anni e mezzo di impegno da parte dei componenti del Consiglio delle Politiche del lavoro.
Per il Piano la Regione impegna 18 milioni in tre anni, ai quali vanno aggiunti i fondi europei.
“Un piano importante, in un momento così particolare che necessita di risposte che non possono e non devono attingere più a schemi ormai arcaici, che hanno msotrato tutta la loro anacronistica inadeguatezza rispetto alle nuove esigenze della società europea – sostiene Rollandin -. Bisogna abbandonare la competizione tra istituzioni; costruire una nuova sinergia tra i centri pubblici per l’impiego e i servizi privati per il lavoro; creare un nuovo metodo per la risoluzione delle problematiche sociali, prima trta tutte l’occupabilità; inglobare Eures nella nuova rete di servizi per il lavoro”.
Rollandin sottolinea che “è indispensabile spostare l’attenzione dall’occupazione all’occupabilità, il che significa cambiare prospettiva, passando da un approccio che tampona le inefficienze del momento, alla programmazione nel futuro e del futuro, nell’ottica delldi anticipazione delle richieste del mercato”.
Il nuovo Piano ha l’obiettivo di diventare il principale strumento d’azione delle politiche regionali del lavoro, capace sia di conttrastare la grave crisi occupazionale che di mantenere la sua tradizionale finalità di mezzo volto a creare sviluppo e innovazione sul territorio.
“Molta attenzione è posta a favore dei giovani – conclude il presidente -, sia in tema di accesso degli inoccupati che di reinserimento dei disoccupati per mezzo di orientamento, formazione continua, nuove tipologie dell’apprendistato, favorire la mobilità interregionale e internazionale, sostenere la la ricerca e progetti innovativi e contribuire all’avvio di nuove attività imprenditoriali”.
Roberto Vicquéry precisa come “il Piano non crea direttamente posti di lavoro, ma fornisce gli strumenti per crearli. La Regione non si sostituisce, ma aiuta a creare le premesse affinché le aziende in seguito diano lavoro”.
Una delle novità è rappresentata dagli incentivi ad assumere, che vanno letti anche come uno stimolo a nuovi insediamenti; incentivi che passano dal 20% (25% per le donne) che sono passati al 50%; inoltre, abbattimento dell’età (da 50 a 45 anni) del lavoratore prossimo alla pensione (5 anni al posto di 3) e percorso personalizzato per i lavoratori del settore “lavori socialmente utili”.
Per Guido Corniolo (Savt) “scuola-formazione è un binomio inscindibile. Il ritorno di alcuni mestieri bene si sposa con il percorso che inizia con le azioni mirate (occupabilità) e si conclude con l’occupazione”.
(l.m.)