Miniere di Cogne: sito museale unica via percorribile, dopo il 2015
Sembra essere il recupero museale l’unica strada percorribile per le minisere di Cogne.
Ne ha discusso la IV commissione consiliare ‘Sviluppo economico’ che ha concluso l’iter di esame della petizione sulla ferrovia del Drinc e le miniere di Cogne. La petizione popolare era stata sottoscritta da 683 cittadini e chiedeva di mantenere in vita la ferrovia del Drinc e le miniere di Cogne e impegnava il Consiglio «a che nessuna legge o deroga nazionale, regionale o comunale possa in alcun modo vanificare la conclusione di quest’opera».
«Pochi elementi di novità per la tranvia – ha spiegato il presidente della IV commissione Diego Empereur – non vi sono particolari elementi di novità rispetto alla risoluzione votata 10 mesi addietro che impegnava la giunta regionale a rinunciare al completamento della tramvia intercomunale Cogne Eaux Froides Plan Praz. Sono stati riconfermati da più parti, gli elevati costi di investimento ancora necessari per riattivare il collegamento, oltre ai ben noti limiti intrinsechi per i trasporti e la gestione».
Per le miniere, la regione ha già concluso l’istanza di rinuncia alla concessione presentata dalla società Fintecna SpA (titolare della concessione mineraria e proprietaria di terreni e fabbricati) prescrivendo diversi lavori di messa in sicurezza e recupero ambientale che il concessionario dovrà eseguire a proprie spese. «Lavori da 8 milioni di euro che produrranno un sensibile miglioramento delle condizioni del sito minerario senza pregiudicare le future iniziative di recupero ai fini museali – ha spiegato Empereur. Alcune normative regionali in materia mineraria consentono di autorizzare l’apertura alla visita di siti minerari dismessi così com’è avvenuto per Saint-Marcel e Brusson. L’ipotesi di recupero museale risulta ampiamente percorribile, soltanto una volta che le opere di messa in sicurezza saranno interamente realizzate e collaudate, quindi non prima di tre anni».
Il vice presidente del Consiglio regionale Albert Chatrian (Alpe) si è detto «rammaricato poichè da parte della maggioranza non c’è stata volontà di ascoltare la voce della comunità di Cogne. Stiamo perdendo un altro treno, chiudendo definitivamente la possibilità del collegamento e della valorizzazione integrata del sito minerario».
(cinzia timpano)