Rilanciare l’occupazione attraverso la formazione
La Valle d’Aosta nella morsa della crisi. Al pari del resto del Paese. E’ quanto è emerso dalla relazione sull’andamento dell’economia nel 2011 presentata in una relazione dal professor Massimo Lévècque.
Numeri impietosi, anche se leggermente meno peggio che nel resto del Paese, ma in linea con quelli dell’area alpina.
Dopo una mini ripresa avvenuta nel 2010, il 2011, soprattuto l’ultimo quadrimestre, ha segnato un pesante arresto, con chiusura di imprese (soprattutto artigiane) e disoccupazione che è salita al 6%, con punte del 22% tra i giovani.
Pochi i segnali positivi, tra i quali quello dell’occupazione in rosa, o la diminuzione del ricorso alla cassa integrazione.
Crisi pesante, iniziata nel 2008 e della quale si pensava potesse finire nel giro, al massimo, di un paio di anni. Invece, è probabile che anche il 2013 sarà a crescita zero.
Crisi nera anche in Valle, nonostante le misure messe imn atto dalla Regione. Misure anti crisi che dal 2008 sembrava potessero avere carettere di eccezionalità, ma che rischiano di diventare strutturali.
Cosa fare per rilanciare l’occupazione? Sostenere ancora di più imprese, le quali a questo punto hanno l’obbligo di fare sistema, di entrare a far parte di reti d’impresa per poter andare a esplorare mercati non asfittici come quello interno o quelli dell’area Euro, Germania esclusa.
Sostenere le imprese, dicevo, con accesso al credito semplificzto, soprattutto quando questo viene utilizzato in ricerca e non solo per tamponare le falle.
Rilanciare l’occupazione attraverso la formazione. In Valle si sono insediate, e si insedieranno, nuove attività produttive che necessitano di personale specializzato che molto spesso, non trovandolo in loco, lo trasferiscono da latre regioni. Ecco, per creare occupazione, soprattutto giovanile, bisognerebbe formare sul posto quelle professionalità che le aziende richiedono.
Un ruolo importantissimo lo recita la scuola. E’ì necessario che sempre più le aziende e la scuola operino in stretta sinergia: i ragazzi dovrebbero poter svolgere molti più stage in azienda rispetto a quanto avviene, in modo da essere pronti a entrare nel mondo del lavoro una volta conclusi gli studi. Questo avviene in parte negli isituti tecnici, ma questo tipo di approccio andrebbe esteso anche ad altri indirizzi, partendo dal settore turistico.