Approvata la legge sul riordino fondiario
POLITICA & ECONOMIA
di news il
12/07/2012

Approvata la legge sul riordino fondiario

L’Assemblea regionale ha approvato, con 21 voti a favore e 7 contrari il disegno di legge sul riordino fondiario, che fornisce gli strumenti per affrontare i problemi di frammentazione delle proprietà fondiarie. Sono di Alpe e Pd i voti contrari.
«Vincolare il riordino all’assenso del 100% dei proprietari di terreni sarebbe come mettere una pietra tombale su questa legge», ha commentato Giuseppe Cerise, consigliere di Alpe, intervenuto nella discussione generale.
«Questo disegno di legge è lontano mille miglia da quello che avremmo fatto noi», ha commentato Albert Chatrian, consigliere di Alpe che, rivolgendosi all’assessore all’Agricoltura Giuseppe Isabellon, ha aggiunto: «Cosa ci fa lei seduto sulla poltrona di assessore?».
«Condivido i timori di Cerise e chiedo al governo regionale di fare un passo indietro. Non si tratta solo di una questione economica ma anche di favorire la qualità paesaggistica e la tutela del territorio. Inoltre un singolo proprietario non può impedire lo sviluppo della comunità», ha sottolineato il consigliere Raimondo Donzel del Pd.
Ha ribattuto il relatore del disegno di legge Piero Prola dell’Uv: «La Regione non torna indietro: per noi chiedere il 100% è un principio dal quale non si può prescindere. Il riordino può anche riguardare piccoli lotti in cui basta l’accordo di poche persone». «Non siamo nelle pampas argentine», ha aggiunto nel suo intervento Salvatore Agostino dell’Union.
Così l’assessore Isabellon in chiusura di dibattito: «Il percorso del disegno di legge è stato affrontato in termini corretti. Abbiamo guardato a esempi fuori valle ma simili ai nostri».
È stato anche respinto dal Consiglio l’ordine del giorno proposto da Alpe per attuare l’applicazione di agevolazioni fiscali nelle compravendite. «È un percorso impraticabile anche se il principio è condivisibile», ha dichiarato Aurelio Marguerettaz, in qualità di vice-presidente della giunta « possiamo discuterne in prima commissione consiliare».
(jo.lu.)

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