Nasce Fédéralisme Responsable, «per fermare il declino in Valle d’Aosta»
Ridurre l’ammontare del debito; ridurre la spesa pubblica di almeno sei punti percentuali del PIL nell’arco di cinque anni; ridurre la pressione fiscale di cinque punti in cinque anni; liberalizzare rapidamente i settori non ancora pienamente concorrenziali; sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro, adottare una legislazione organica sui conflitti di interesse; far funzionare la giustizia; ridare alla scuola e all’università il ruolo perso da tempo; introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari; liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne.
Non è un libro dei sogni ma l’elenco dei «dieci interventi per la crescita» che il neonato comitato Fédéralismo Responsable ha fatto propri per «fermare il declino in Valle d’Aosta» – come spiegano gli stessi promotori.
Il comitato costituitosi ieri ad Aosta è formato da un gruppo di volontari aderenti al comitato ‘Fermare il declino’, fondato da Oscar Giannino e da sei altre persone della società civile; il coordinamento è affidato a Rinaldo Garin, Luca Magri ed Enrico Martial.
La riunione costitutiva è stata l’occasione per stilare un documento in cinque punti sul quale «svolgere una riflessione politica per la nostra regione» – spiegano i promotori. La piattaforma di Fédéralismo Responsabile si basa su cinque punti: rilancio dell’iniziativa privata e dell’impresa e riduzione dei procedimenti amministrativi; riduzione del perimetro dell’amministrazione pubblica e rafforzamento della concorrenza; tutela delle zone rurali e di montagna; rafforzamento dell’impiego della lingua francese come strumento di internazionalizzazione ed elemento di identità; federalismo attivo, responsabile e differenziato.
«Il nostro obiettivo è raccogliere adesioni attorno ai contenuti, con un appello alla libera riflessione di ogni valdostano – spiega il neonato comitato – nelle prossime settimane organizzeremo alcuni eventi per farci conoscere e sviluppare il dibattito».
(cinzia timpano)