Difensore civico: 450 casi in un anno, prevale il settore dell’assistenza sociale
450 casi, 4 dei quali ereditati dal 2011, un buon 25% in più rispetto al 2011; 156 casi nel settore dell’assistenza sociale (38 per provvidenze economiche), 27 casi per emergenza abitativa, 15 casi per l’edilizia popolare, 41 casi per assistenza e previdenza, 52 casi per rapporti di lavoro dipendente dall’ente pubblico.
Sono in estrema sintesi i ‘numeri’ di un anno di attività del difensore civico Enrico Formento Dojot, in carica dal primo febbraio 2012, che presentando agli organi di informazione il bilancio di un anno di attività, ha avuto parole di ringraziamento per il personale dell’ufficio, per il suo predecessore Flavio Curto, per le istituzioni, gli enti locali e i comuni e che ha voluto ricordare con particolare affetto il presidente del Consiglio regionale del suo insediamento Albert Cerise.
«E’ con un moto di orgoglio che presento l’attività del difensore civico come difesa di prossimità reale – ha spiegato Formento Dojot – un po’ per le nostre piccole dimensioni e questo è un dato oggettivo e un po’ perchè, passando da 56 comuni a 70 comuni convenzionati, raggiungiamo pressochè tutta la regione. Si sta concretizzando via via un’evoluzione positiva della figura del difensore civico che spesso diventa interprete delle singole voci; le procedure amministrative si complicano sempre di più; la pubblica amministrazione segue la procedura, il cittadino non conosce meccanismi e cavilli; così interviene il difensore civico a suggerire le soluzioni».
«E’ bene ricordare che il difensore civico non interviene d’ufficio, ad esempio dopo la segnalazione di un articolo di giornale – spiega il difensore civico – ma su istanza; l’intervento è gratuito e dopo che l’ufficio ha elaborato la richiesta e l’ha studiata, interpellando se necessario altre persone, ad esempio i servizi sociali, emette una nota conclusiva e la comunica alle parti e all’amministrazione».
E’ positivo il fatto, secondo quanto riportato da Formento Dojot che le amministrazioni si sono mostrate disponibili a risolvere le questioni poste loro dal difensore civico, abbreviando così i tempi dei procedimenti e rimediando a comportamenti non corretti.
Nelle sue vesti di garante per i diritti dei detenuti, Enrico Formento Dojot si è occupato di 16 casi. «Il grande problema delle carceri in Italia è il sovraffollamento – ha spiegato il garante – a Brissogne, la capienza è di 181 detenuti che oggi sono invece 281. Non servono amnistie o indulti; il problema si risolve con misure alternative alla detenzione e misure per depenalizzare certi reati – spiega – incidendo così per davvero sul numero di chi varca la soglia del carcere».
Lo scorso dicembre il garante è intervenuto stigmatizzando il taglio dei fondi per il materiale di pulizia delle celle e per i materiali per l’igiene personale dei detenuti (Gazzetta aveva accolto l’appello del direttore Domenico Minervini che chiedeva aiuto alla società civile per acquistare la carta igienica per i detenuti, ndr). «Sono persone che hanno sbagliato – ha spiegato Formento Dojot – ma che meritano di essere trattati come uomini». Il garante ha anche sottolineato quanto sia importante garantire il lavoro in carcre; «l’occupazione abbatte il tasso di recidiva drasticamente» – ha spiegato.
Formento Dojot ha invitato la comunità valdostana «a considerare il carcere parte della comunità; una sfida che ci attende e che attende anche le nostre coscienze».
Nella foto, Enrico Formento Dojot con il personale che lavoro nell’ufficio del difensore civico, a sinistra Patrizia Guyon Pellissier e Carola Diotri; più a destra Pia Morise; in foto, assente per impegni istituzionali, Fulvio Centoz (che è anche sindaco di Rhêmes Notre Dame).
(cinzia timpano)