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Prima confisca di beni legati ad attività mafiose in Valle d’Aosta

Prima confisca di beni legati ad attività mafiose in Valle d’Aosta

Il Tribunale di Aosta ha deciso: disposto il decreto di confisca degli immobili e dei 933.000 franchi svizzeri riconducibili a Giuseppe Nirta

«Un grande risultato della magistratura, che non fa altro che avvalorare quanto ormai da tempo noi sosteniamo: la ‘ndrangheta in Valle d’Aosta c’è, e ora a testimoniarlo c’è anche la prima confisca di beni presenti sul territorio regionale». Così Marika Demaria, referente di Libera VdA, nel commentare la prima confisca di beni legati ad attività mafiose in Valle d’Aosta. Il Tribunale di Aosta ha deciso: dopo essersi riservati la decisione per alcune settimane, i giudici aostani hanno disposto la confisca dei beni riconducibili a Giuseppe Nirta (FOTO), 60 anni di Quart, tuttora recluso alla casa circondariale di Bologna dove sta scontando una pena di 7 anni e 8 mesi per traffico internazionale di stupefacenti. I beni soggetti al sequestro anticipato convalidato l’11 gennaio scorso (16 tra immobili e terreni in Calabria e Valle d’Aosta, oltre a 933.000 franchi svizzeri) proverrebbero da «attività illecite» secondo la Procura di Torino. Per lo stesso Giuseppe Nirta il Tribunale ha disposto la misura di sorveglianza speciale per 5 anni (per quando uscirà dal carcere) con divieto di soggiorno in Valle d’Aosta. «Cosa vuole che le dica: è una grandissima delusione, a maggior ragione considerando il fatto che pensavamo di avere prodotto alla Corte una serie di argomentazioni solide a supporto della provenienza lecita dei beni riconducibili al nostro assistito – spiega l’avvocato Paolo Pacciani, componente del pool difensivo insieme ai colleghi Mauro Ronco e Rosanna Iannone -. Detto questo, mi riservo di conoscere nel dettaglio le motivazioni del decreto di confisca prima di pronunciarmi sulla sua eventuale impugnazione. In linea di principio, comunque, l’intenzione è quella di provare a ribadire in Appello le argomentazioni portate all’attenzione dei giudici del Tribunale di Aosta». Contro il decreto di confisca depositato oggi, a firma del presidente del Tribunale, Massimo Scuffi, e dei giudici a latere Paolo De Paola e Davide Padalino, Giuseppe Nirta e i suoi familiari potranno ricorrere in Appello a Torino entro 10 giorni.
(patrick barmasse)

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