«Vita rovinata per delle briciole cadute dal balcone»
«Siamo finalmente riusciti ad avere giustizia, forse soltanto con qualche anno di ritardo». Sono le prime parole del racconto di Danilo Pacucci, 38 anni (FOTO), che insieme alla moglie Tiziana Cauzzi, 42 anni, entrambi di Aymavilles, mercoledì scorso sono stati assolti dai giudici della Corte d’Appello di Torino dall’accusa di atti persecutori «perché il reato non sussiste». I coniugi Pacucci – il 14 novembre del 2011 – erano stati condannati in primo grado per stalking a sei mesi di reclusione ciascuno (pene sospese) oltre al pagamento di 15.000 euro a titolo risarcitorio in favore della parte civile, la loro vicina di casa.
I fatti oggetto del procedimento penale risalivano al periodo compreso tra il giugno del 2009 e il 2011, così come confermato da Danilo Pacucci: «Tutto è nato da alcune briciole che mia moglie aveva fatto inavvertitamente cadere sul terrazzo dei vicini di casa, da quel momento in poi è stata un’autentica escalation di sospetti e accuse lanciate nei confronti miei e di mia moglie».
E’ tranchant il giudizio del difensore dei due coniugi, l’avvocato Wilmer Perga del foro di Torino: «Fermo restando che il reato non sussiste, se proprio ci fosse stato qualcosa, la sede deputata a discuterne sarebbe dovuta essere l’assemblea di condominio, non certo un tribunale».
Maggiori dettagli in merito a questa incredibile storia sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 24 giugno 2013.
(patrick barmasse)