Il centro storico di Aosta diventa un museo a cielo aperto all’insegna dei ‘Jolis Coins’
Creare un piccolo museo a cielo aperto. E’ con questo intento che l’amministrazione comunale di Aosta, questa mattina all’Hotel des Etats, ha lanciato ufficialmente il progetto ‘Jolis Coins’, iniziativa tesa «alla cura e alla contestuale valorizzazione di alcuni degli angoli più caratteristici del centro storico della città di Aosta», ha spiegato l’assessore comunale alla pubblica istruzione e cultura, Andrea Paron. Il progetto, a cui si era iniziato a pensare già nel 2010, all’atto della concessione al Comune di Aosta di un finanziamento da parte del Ministero del Tesoro, in questi giorni è entrato nel pieno della sua fase operativa, con la posa in opera della prima tranche di installazioni artistiche che, almeno per un biennio, caratterizzeranno alcuni passaggi nel centro storico. «Al momento sono sei gli artisti valdostani che hanno aderito convintamente all’iniziativa», ha commentato la curatrice del progetto, Sandra Barberi. Più nel dettaglio, in via Vevey troveranno spazio quattro busti in ferro e ceramica grès di Marina Torchio di Aosta, in ruelle des Cogneins due ‘tecniche miste su legno’ di Barbara Tutino di Cogne, in via Martinet una scultura di Anna Maria Moretto di Quart, in via De Tillier una statua di San Grato di Roberta Bechis di Montjovet, in piazza Narbonne tre steli in pietra di Donato Savin di Cogne e in via Sant’Anselmo un’opera lignea di Emo Giuliano Broccard di Sarre.
«Si tratta di un progetto articolato e complesso, soprattutto perché agli artisti non abbiamo offerto compensi, bensì una vetrina degna di nota come il centro storico di Aosta – precisa ancora l’assessore Paron -. Abbiamo studiato una formula di collaborazione tra le parti che speriamo possa fare ‘scuola’, ovvero far sì che la platea di artisti possa ampliarsi nel corso degli anni. Il progetto ‘Jolis Coins’ è un’iniziativa sulla quale vogliamo puntare per valorizzare il centro storico e attrarre turisti».
Unici aspetti ancora da affinare sembrano essere la tutela delle opere da eventuali atti vandalici («confido nell’educazione civica dei concittadini», ha affermato Paron) e il loro affiancamento con spiegazioni fornite da apposita cartellonistica oppure direttamente dagli artisti (in certi periodi dell’anno, magari quelli con una maggiore affluenza turistica).
Per il momento le installazioni esposte rimarranno alla libera interpretazione del pubblico.
Nella fotografia la scultura ‘Pellegrino’ di Anna Maria Moretto esposta in via Martinet.
(patrick barmasse)