Soccorso alpino, il primo appello di Favre: «Basta con i tagli, a rischio c’è il mantenimento degli standard dei servizi»
Primo incontro con la base, quello avuto ieri sera, mercoledì 6 novembre, dal neo direttore del Soccorso alpino valdostano, Adriano Favre, che ritornato dal Nepal, ha voluto prendere contezza del «contesto in cui è maturata la mia nomina».
«E’ stato un momento di confronto assolutamente interessante, avuto in particolare con una determinata parte di operatori, quelli che in assemblea avevano sostenuto Paolo Comune – spiega Favre -. Una base che si è dimostrata delusa dalla scelta adottata dalla Giunta regionale, anche se lo spirito un po’ polemico con il quale ha preso avvio la riunione, reputo che in un secondo momento abbia lasciato spazio a qualche sprazzo di sereno. La scelta della Giunta – continua – penso sia stata fatta sulla base di competenze professionali ed esperienza del sottoscritto, qualità che è mia intenzione mettere in campo per curare gli interessi della categoria in questo difficile momento».
Un incontro dai toni a volte anche accesi, insomma, che però «non mi hanno disturbato più di tanto», commenta ancora Adriano Favre.
In un simile contesto, quali sono i problemi sul tavolo da affrontare con urgenza?
«I problemi sono molteplici, a partire da quelli economico-finanziari – replica il neo direttore -. Questo per dire che il Soccorso alpino valdostano, in fatto di tagli ai finanziamenti, ha già dato (nell’anno in corso l’impegno di spesa della Regione è stato ridotto del 28% rispetto al 2012, che in soldoni è equivalso a una riduzione di oltre 500.000 euro negli stanziamenti, ndr). Non sono ammissibili ulteriori riduzioni di risorse, a rischio c’è il mantenimento degli standard dei servizi erogati. Da questo punto fermo deve partire il nostro lavoro per giungere, da qui alla fine dell’anno, alla proposta di un contratto di servizio per l’anno 2014 da sottoporre alla Regione, senza dimenticare l’importante programmazione degli interventi di aggiornamento tecnico da effettuare per la formazione continua degli operatori».
Come dire, secondo Adriano Favre «non è nel Soccorso alpino valdostano che si possono recuperare risorse».
Un’ulteriore richiesta, poi, avanzata da una parte della base più vicina a Paolo Comune, è stata quella relativa a una maggiore considerazione del ruolo e del lavoro degli operatori. «Effettivamente all’interno della categoria c’è un certo malessere, dovuto in parte anche a una non sempre corretta considerazione del lavoro promosso dagli operatori. Sarà mia intenzione prendere in carico anche questa istanza», sottolinea Favre.
Interpellato in merito all’incontro, il più votato dall’assemblea degli operatori dell’11 ottobre scorso (64 preferenze su 95), Paolo Comune, commenta: «Sono contento di come è andata, detto questo spero che Adriano abbia capito che c’è voglia di cambiamento, tanta voglia di cambiamento. D’altra parte è per questo motivo che ho aspettato il suo rientro dal Nepal per convocare questa riunione, che seppur informalmente, spero possa fungere da base da cui partire. Il problema più urgente da affrontare? Ridare impulso alla formazione continua degli operatori, senza la quale non c’è soccorso alpino, e riflettere seriamente sulla legge regionale che dal 2007 regola il nostro comparto, passato dai 750 addetti dell’epoca ai circa 280 attuali. Penso sia arrivato il momento di interrogarsi sui perché di questo calo», conclude Comune.
Nella foto, da sinistra, Adriano Favre e Paolo Comune.
Maggiori dettagli sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 11 novembre 2013.
(patrick barmasse)