Inchiesta spese della politica: Rete Imprese Italia contro Confcommercio: «quelle sono dichiarazioni personali, non rappresentano la voce delle imprese valdostane»
«Stupore, rabbia e disorientamento, il presidente di Confcommercio Valle d’Aosta li esprima a titolo personale e non in rappresentanza delle imprese valdostane che si sentono rappresentate da Rete Imprese Italia». Eugenio Salmin, presidente di Rete Imprese Italia non ci sta e respinge il j’accuse lanciato dal presidente di Confcommercio Pierantonio Genestrone che in una nota diffusa ieri ha invitato i legislatori a «pensare a chi crea reddito e ricchezza». Genestrone ammette che «è presto per esprimere giudizi»; difatto si addentra nella questione; «stupisce il fatto che alcuni legislatori coinvolti nell’inchiesta abbiano evidenziate le lacune della legge che essi stessi hanno approvato, mi chiedo con quale attenzione i nostri legislatori approvino le leggi anche se le stesse che li riguardano, presentano lacune all’indomani della pubblicazione» – commenta Genestrone. E così Genestrone invita i politici «a incontrarci al più presto per spiegarvi cosa non funziona nelle leggi che ci riguardano».
«Forse i nostri legislatori hanno perso di vista il ruolo fondamentale e importante per la tenuta della Valle d’Aosta, svolto dalle nostre piccole aziende a livello sociale ed economico – commenta Genestrone – non voglio entrare certo nelle spese che la procura contestata agli indagati ma chiedo ai consiglieri regionali se sono disponibili a recepire, nelle pieghe del bilancio, i fondi necessari per consentire ai nostri imprenditori, non già di pasteggiare a champagne e pregiate mazzancolle ma di far fronte alla crescente pressione fiscale, poter pagare le cartelle della Tares , versare contributi e gabelle all’Agenzia delle Entrate e far fronte alla sempre più pressante in termini economici e di tempo, burocrazia».
«Rete Imprese Italia prende le distanze dalle dichiarazioni rese a titolo personale da Genestrone – spiega Salmin – che non sono di certo il pensiero delle aziende che io come presidente di Rete Imprese Italia rappresento; si tratta di toni d’accusa generalisti che non possiamo accettare; mi pare si condannino a priori quegli interlocutori ai quali si chiede però di essere ascoltati. Non mi pare opportuno generalizzare su ‘champagne e mazzancolle’, quanto piuttosto aspettare che la vicenda giudiziaria si chiarisca. Chi poi andrà a votare, farà la sua serena valutazione – conclude – ma certi j’accuse personali sono inaccettabili».
Nella foto, da sinistra Eugenio Salmin e più a destra Pierantonio Genestrone.
(cinzia timpano)