Consiglio Valle: nulla di fatto, la maggioranza non molla
Cinque giorni per riflettere sul documento programmatico Progetto per la Valle dAosta che vogliamo: è quanto avevano concesso le forze di opposizione consiliari Alpe, M5S, Pd-Sinistra valdostana e Uvp agli alleati di governo Union valdôtaine-Stella Alpina. Ma le minoranze si irrigidiscono dopo gli interventi dellassessore Marco Viérin (Sa) e del capo dellesecutivo Augusto Rollandin che sostanzialmente torna a legare alla mozione di sfiducia costruttiva le dimissioni, richiesta reiterata dallopposizione. Nulla di fatto. E la tattica per il futuro la traccia Luigi Bertschy (Uvp): dimissioni di 17 in cinque giorni e forse più ancora a caccia dei malpancisti -o mozioni di sfiducia a raffica per gli assessori. «Se elezioni saranno andremo casa per casa a spiegare come avete ridotto la Valle dAosta» si inalbera Raimondo Donzel (Pd). Lasciano laula i due pentastellati. La minoranza aveva comunque annunciato di non voler partecipare, ultimato il dibattito politico, alla discussione degli altri punti allordine del giorno. «E inaccettabile la replica della Giunta. Date le dimissioni e poi ci confrontiamo sulle proposte. Evitate di fare queste proposte meschine» taglia corto Patrizia Morelli capogruppo di Alpe. La maggioranza resta in aula e si passa allesame di alcuni punti allordine del giorno. La seduta è tolta e tornerà a riunirsi il 23 aprile.
Così il presidente della giunta Augusto Rollandin: «Abbiamo iscritto il documento, prassi irrituale, e accettato di discuterne. Ma come anticipato da Ego Perron ci vuole tempo per analizzarlo. Il governo è disponibile a dimettersi ma solo se cè unalternativa. Non facciamo nullaltro che portare avanti un mandato che ci è stato dato. Risolto il nodo del patto di stabilità, abbiamo cominciato a pagare. Noi riteniamo che il progetto politico lo stiamo portando avanti». Nella replica Marco Viérin, assessore della Stella Alpina, ha puntualizzato: «E iniziato un percorso di confronto un po diverso, siamo daccordo su 5 punti: condividiamo lappello delle categorie, la difesa dellautonomia, parte del documento dei saggi, il fatto che la comunità sia divisa (non mollate lhanno detto pure a noi) e il sostegno ai settori ma bisogna fare delle scelte e collegare agli auspici le azioni, dire cosa si mantiene e cosa si taglia. Sui servizi sociali cè lo zampino dello Stato con i costi standard. Sul documento apriremo un confronto nel nostro movimento Va sul concreto abbiamo altri problemi prima della legge elettorale e alla preferenza unica, le grandi opere le abbiamo già ridotte allosso. Abbiamo una responsabilità per opere lanciate tanto tempo addietro. Certo sta a noi avere i numeri per governare. Il primo obiettivo è la difesa della nostra autonomia e trovare una soluzione se no si va alle urne. Ma attenzione a non spaccare in due la comunità».
(danila chenal)