Crisi politica: La Torre, mozione di sfiducia è l’ultimo tentativo per evitare le elezioni anticipate
«Sono qui come semplice consigliere non come rappresentante di una forza politica. Il ruolo di ogni singolo consigliere diventa centrale e questi ha il diritto e il dovere di agire di fronte a una impasse per fare chiarezza politica e per ridare alla Valle d’Aosta un governo stabile. E’ l’ultimo tentativo che faccio per evitare le elezioni anticipate e invito l’Union valdôtaine a riflettere». Ha esordito così il consigliere Leonardo La Torre che ha annunciato in una conferenza stampa la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti degli otto assessori dell’esecutivo guidato da Augusto Rollandin. Questa verrà meno se le dimissioni della giunta arriveranno prima della seduta consiliare di mercoledì 23 aprile. Le accetta anche alla spicciolata: i dimissionari verranno esclusi dalla mozione. «La regione ha bisogno di un cambiamento e io preferisco guidarlo che subirlo» sottolinea.
La Torre prende le mosse dal documento dei quattro saggi – Cesare Dujany, Joseph César Perrin, Carlo Perrin e Roberto Nicco pronunciatisi per il dialogo tra le forze in Consiglio – «al quale ho aderito» per costruire la mozione. Spiega: «Il Consiglio crei un momento di discontinuità senza prefigurare nessuna maggioranza nel rispetto dei valdostani. L’azzeramento della giunta è un punto di partenza per l’apertura di un tavolo di confronto. Il mio è un appello di buon senso alla maggioranza». La legge regionale del 2007 prevede che la mozione di sfiducia sia firmata da un quinto dei consiglieri ovvero sette e La Torre non vuole spingersi oltre «per evitare che si pensi che ci siano già alternative precostituite». Aggiunge: «Non credo che farò fatica a raccoglierle, mi rivolgerò a coloro che hanno aderito al documento dei saggi». Ricordiamo che a sottoscriverlo sono stati i consiglieri di Alpe ma a dichiararlo condivisibile sono stati nell’aula consiliare il capogruppo di Stella Alpina Stefano Borrello, il vice capogruppo dell’Uv Claudio Restano, l’Uvp e lo stesso presidente Rollandin.
Non butta a mare i colleghi unionisti La Torre perché «ritengo che l’Union debba avere un ruolo centrale nel dibattito politico che porti alla creazione di una maggioranza nuova, di un governo allargato o di scopo». Non pone paletti né dà soluzioni ‘precostituite’ il consigliere regionale ma affonda: «Non si può restare abbarbicati alle poltrone e insensibili alle esigenze dei valdostani. Non ho mai visto una tale incapacità a uscire dallo stallo e un atteggiamento di chiusura è insostenibile». Del documento programmatico della minoranza consiliare – Alpe, Pd-Sinistra valdostana, M5S e Uvp – dice: «E’ interessante e va approfondito; lo sto valutando per vedere come si contestualizza perché non deve essere una barriera. Se si lasciano andare le cose il confronto si imbarbarisce».
(danila chenal)