Salone del Libro: «Dobbiamo fare squadra per far fronte alla crisi e riprenderci la vetrina torinese»
«E’ una vetrina importante ed è un peccato lasciarla passare in questo modo. Per il futuro dovremmo unirci come editori e, senza l’ausilio della Regione, creare uno stand che riporti in auge la Valle d’Aosta». E’ questo il pensiero di Paolo Musumeci (foto), editore valdostano, interpellato per commentare quella che è stata definita come la “scomparsa” della Valle d’aosta dal Salone del Libro di Torino. Nell’edizione 2014, non essendoci lo stand “istituzionale”, cancellato per il secondo anno consecutivo, a “sostenere” i colori rossoneri ci saranno solamente Keltia Editrice (con il proprio stand) e le edizioni End (con la presentazione del libro “Con quali parole”). Il vuoto valdostano non ha lasciato indifferenti, e l’ex assessore alla Cultura, Laurent Viérin, non ha perso tempo: «Apprendiamo oggi, con amarezza, che la Valle d’Aosta scompare anche dal salone del libro di Torino, dopo anni di presenza – esclama Viérin -. Uno dei più importanti saloni internazionali, grande occasione di promozione culturale per la nostra Regione. Che tristezza vedere la Cultura cancellata per una comunità come la nostra. Tutto questo mentre, drammaticamente, certe grandi opere continuano, assieme ai super manager da 300 mila euro all’anno».
Paolo Musumeci, però, prova a gettare acqua sul fuoco, analizzando il momento delicato. «E’ un paio di anni che non siamo più presenti con uno stand al Salone del Libro per un problema di costi – spiega l’amministratore delegato della Musumeci SpA -. Per 18 anni abbiamo avuto uno spazio tutto nostro, poi quando c’è stata l’occasione abbiamo aderito a quello regionale, finanziato interamente dall’assessorato: era una bella vetrina di promozione sia culturale che del territorio ed era un importante supporto per la cultura». Poi il cambio di rotta. «A causa dei tagli – continua Musumeci -, questo appoggio è venuto a mancare, nonostante fosse organizzato molto bene, con presentazioni di testi e incontri. E’ un peccato, perché in un momento di crisi come questo era un sostegno importante, un aiuto a mantenere le nostre posizioni». La soluzione, però, ci sarebbe. «Dobbiamo unire le forze, noi editori, per presentare un nuovo stand senza l’appoggio istituzionale – conclude Musumeci -. In questo modo, si riuscirebbero ad abbattere i costi insostenibili e a riguadagnare la vetrina. Loro hanno fatto il possibile finora, ora dobbiamo andare avanti unendo le forze; è nei momenti di difficoltà che bisogna rimboccarsi le maniche. E non è detto che da un passo indietro non si possano fare due passi avanti. Noi comunque giriamo per il Salone, perché è un modo per mantenere viva la nostra rete di contatti, facendo allo stesso tempo fronte al rispetto dei delicati equilibri economici di questa fase».
(re.vdanews.it)