Consiglio Valle: la presidente Emily Rini sotto attacco; l’opposizione: «Non ci sentiamo più rappresentati»
Il punto 3 allordine del giorno del Consiglio regionale straordinario, quello sulla delibera di sussistenza di una causa di insindacabilità relativamente alle opinioni espresse dal consigliere Ferrero, è stato quello che ha posto letteralmente sotto il fuoco incrociato dellopposizione la presidente del Consiglio regionale, Emily Rini (FOTO), che già in apertura dei lavori della seduta odierna era stata duramente attaccata da Laurent Viérin dellUnion valdôtaine progressiste: «Mi rammarico del fatto che per il presidente del Consiglio queste emergenze per la nostra comunità non siano considerate tali (facendo riferimento ai dossier sul tavolo in questo momento, ndr). Si è creata una situazione di stallo sugli atti che necessitano la ratifica del Consiglio, quindi chiediamo al presidente di ricoprire davvero il proprio ruolo di arbitro, e non continuare a essere assente».
La bomba, poi, è definitivamente scoppiata in sede di discussione generale sulla sussistenza di una causa di insindacabilità del grillino Stefano Ferrero.
A prendere la parola è stato ancora Laurent Viérin, che rivolgendosi alla presidente Emily Rini, ha affondato: «Lei oggi ha toccato il fondo, noi non ci sentiamo più rappresentati dalla sua figura. Non partecipa nemmeno al voto, parteggiando palesemente e venendo quindi meno al suo ruolo di arbitro».
A ruota lha seguito il collega del Leone dorato, Elso Gerandin: «La presidente del Consiglio è venuta meno al suo compito di garantire quest’aula proprio oggi, che abbiamo una grande opportunità di difendere la libertà del Consiglio regionale e dell’autonomia valdostana».
Alle roventi critiche, la presidente del Consiglio regionale, Emily Rini, ha replicato: «Il mio compito di garanzia e super partes è limitato alle mie funzioni di presidente dell’assemblea; altra cosa è il mio ruolo in quanto appartenente a un gruppo politico. In questa sede rivendico con fermezza la mia assoluta libertà di espressione di voto, che non va a incidere sul ruolo di presidente. Preciso inoltre che la decisione assunta dalla conferenza dei capigruppo non viene assolutamente rinnegata, ma è l’aula sovrana che deve votare e ogni consigliere ha diritto di esprimersi come crede».
In ultimo, lintervento al vetriolo del capogruppo del Pd-Sinistra VdA, Raimondo Donzel: «Non mi sento tutelato nella posizione di consigliere regionale. In occasione della conferenza dei capigruppo ci era stato sottoposto un parere degli uffici che ci diceva che linsindacabilità sussisteva, oggi il presidente del Consiglio regionale addirittura non partecipa al voto. A questo punto che qualcuno ci spieghi quali sono le ragioni oggettive che hanno portato al ribaltamento della posizione della maggioranza, che è un fatto grave».
(pa.ba.)