Disoccupazione al 9% e Pil ancora in discesa: la Valle d’Aosta non riparte
Aumento della disoccupazione (9.2% nel primo trimestre 2014), diminuzione del Pil (-1.6% nel 2013 dopo il -3.5% del 2012), caduta del numero dei turisti (nel 2013 per la prima volte non si sono superati i tre milioni di presenze) sono alcuni dei dati negativi che emergono dalla relazione sullo stato dell’economia valdostana presentata questa mattina dal direttore della filiale di Aosta della Banca d’Italia.
«L’economia valdostana nel 2013 ha proseguito il trend del 2012 – ha esordito Gennaro Maria Argirò (il secondo da sinistra nella foto) -. Nell’ultimo biennio il Pil è sceso del 5% riflettendo la debolezza della domanda, il calo della spesa e dei consumi e una disoccupazione sempre più elevata; il tutto ha avuto ripercussioni anche sul commercio e sul turismo, che mostrano un segno negativo. Proprio quest’ultimo dato è stato una “sorpresa”, perché gli andamenti dell’ultimo periodo disegnavano uno scenario diverso».
La flessione del valore aggiunto ha interessato industria (-3%), costruzioni (-5.6%) e servizi (-0.6%); a salvarsi è stata soltanto l’agricoltura (+0.5%), grazie all’aumento della produzione di mele, uva, fontina e vino. Nell’industria, al calo della domanda interna, si è associato quello delle esportazioni (-3.7%) e il 60% delle imprese intervistate ha segnalato un calo di investimenti. Pesante la situazione nel settore delle costruzioni, tanto nel comparto privato che in quello pubblico, con le transazioni in continua discesa (-8.4%) così come i prezzi delle abitazioni (-7.6%, anche se nella vallata centrale la situazione è meno pesante che in quelle limitrofe).
Sull’economia valdostana pesa moltissimo lo stretto legame con il settore pubblico. «Il grado di dipendenza dall’apparato pubblico è elevato – ha precisato Argirò -. La pubblica amministrazione valdostana costituisce uno dei tre principali committenti delle aziende valdostane (lo è per il per il 12.1%), un valore molto maggiore rispetto alle aeree di confronto, tanto che quasi il 30% in più della media nazionale dell’economia valdostana dipende dalla spesa pubblica. E avere questo grado di dipendenza in una situazione in cui le finanze sono stringenti è più pesante, anche perché non si può contare su altre componenti come quelle estere, visto che da noi le risorse sono inferiori».
Il direttore della filiale di Aosta della Banca d’Italia ha tracciato la strada da seguire. «Gli obiettivi da perseguire sono due: crescita e occupazione – ha concluso Argirò -. Per il primo bisognerà rilanciare gli investimenti, per la seconda si dovrà valorizzare al massimo il capitale umano, lavorando sulla competenza degli studenti, ma anche predisponendo un’offerta didattica che sia sempre più centrata su quelli che possono essere gli sbocchi produttivi».
(davide pellegrino)