Prostituzione: chiusi quattro centri massaggi cinesi ad Aosta
«Bhè stamattina qualcuno arrivando qui in bicicletta è rimasto molto sorpreso e se n’è andato via così facendo finta di nulla». Una giovane donna residente al civico 31 di via Chavanne, ad Aosta, commenta così la chiusura dei centri massaggi ai civici 31 e 35, dopo l’operazione ‘Vento d’Oriente’, condotta dalla Squadra Mobile della questura di Aosta e dagli uomini del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza che si è concretizzata stamattina, giovedì, con la chiusura di quattro centri massaggi in città – i due sopra citati di via Chavanne, uno in via Monte Vodice e l’altro in via Federico Chabod – disposta con decreto di sequestro chiesto dal pm Luca Ceccanti e convalidata dal gip.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, «attraverso attività investigativa tradizionale e attività tecnica – come ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile Nicola Donadio – anzichè massaggi, nei quattro centri posti sotto sequestro le ragazze si prostituivano a pagamento; gli investigatori hanno rinvenuto inequivocabili elementi di prova dai quali si evince che i titolari e gestori dei quattro esercizi, favorivano l’attività di prostituzione di circa una ventina di giovani donne asiatiche.
Sono stati deferiti in stato di libertà un aostano di 36 anni R.B., e tre cittadini cinese Y.W., donna di 37 anni, L.W., 41 anni e M.L., 40 anni.
«L’attività di prostituzione era piuttosto limpida – ha commentato il dottor Donadio – il contatto avveniva anche attraverso pubblicazioni on line e messaggi fatti circolare su internet».
Non di poco conto, anche l’aspetto economico e previdenziale-assistenziale delle lavoratrici, «senza dimenticare le storie personali delle persone che si trovano poi sfruttate e costrette a prostituirsi» – ha commentato Donadio. «Per il momento abbiamo accertato dieci lavoratori irregolari – ha commentato il capitano delle Fiamme Gialle Oronzo Russo – ma sono in corso ulteriori verifiche; si tratta di quattro ditte con regolare partita iva, soggetti economici in regola che però svolgevano la loro attività violando l’articolo 3 della legge Merlin che combatte lo sfruttamento della prostituzione. L’attenta attività di controllo e l’esame dei documenti sequestrati ci consentiranno di quantificare gli introiti realizzati dai centri massaggi».
Nella foto, i centri massaggi di via Chavanne.
(cinzia timpano)