Pil: Milano la provincia più ricca, la Valle d’Aosta seconda tra le autonome
POLITICA & ECONOMIA
di news il
09/02/2015

Pil: Milano la provincia più ricca, la Valle d’Aosta seconda tra le autonome

Solo Bolzano meglio della Valle d’Aosta. Nel 2013, infatti, la nostra regione ha fatto registrare – secondo i dati Istat diffusi oggi (sistema Sec 2010) – un Pil per abitante pari a 36 mila 300 euro. Regina tra le regioni autonome o province è appunto Bolzano, che segna un eccellente 39 mila 800 euro.
Tra le province ordinarie, la più ricca è ancora una volta Milano. Tra le zone più povere d’Italia c’è invece il Medio Capidano (Sanluri e Villacidro). Nel dettaglio, nel 2012 Milano è la provincia con i più elevati livelli di valore aggiunto per abitante, pari a 46 mila 600 euro; segue Bolzano. Le province che hanno i più bassi livelli sono Medio Campidano e Agrigento, con circa 12 mila euro, e Barletta-Andria-Trani e Vibo Valentia con meno di 13 mila euro.
Un po’ a sorpresa, la Valle d’Aosta, invece, è al primo posto per in consumi finali delle famiglie, con 22 mila euro euro per abitante (davanti a Bolzano per 200 euro), valore comunque in diminuzione rispetto al 2011.
Nel 2013 il Pil per abitante nell’area Nord-Ovest è stato di 31 mila 400 euro, mentre nel resto del Paese la media è stata di 26 mila 694 euro.
Nella graduatoria dei redditi da lavoro dipendente per occupato, la Valle d’Aosta è al sesto posto con 37 mila 100 euro. Al primo posto si conferma la Lombardia (38 mila 900 euro), seguita dalla provincia di Bolzano (38 mila 300), Friuli-Venezia-Giulia (38 mila 100), Piemonte (37 mila 700) e Lazio (37 mila 300).
Le cose, però, non vanno molto bene in generale, se è vero che un quarto dei redditi degli italiani è sotto i 10mila euro, mentre meno di 3 su 100 sforano i 70mila. Dati dell’Istat alla mano, nel 2012 oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%)» è tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è sotto i 10.001 e il 17,6% è tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro.
Oltre la metà, precisamente il 55,6% dei redditi lordi individuali (al netto dei contributi sociali) da lavoro autonomo è sotto i 15 mila euro annui. Nel dettaglio il 40,3% è sotto i 40 mila, mentre il 15,3% si colloca tra i 10 e i 15 mila euro annui.
Nel 2012 il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all’anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), per un importo medio pari a 16.498 euro. È quanto emerge dai nuovi dati Istat. La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi. Le componenti del costo del lavoro sono mediamente più elevate al Nord rispetto alle altre ripartizioni; ne deriva che la quota di retribuzione netta a disposizione del lavoratore raggiunge il valore minimo, 52,4%, nel Nord-ovest.
(re.newsvda.it)

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