Internet e social media: la Polizia incontra gli studenti: «in rete, usate il cervello»
«Con la rete, usate la testa. Non abbiate fretta di condividere dati, foto e informazioni che vi riguardano. Certe persone sono diverse da quello che vogliono farvi credere». E’ il monito con il quale l’ispettore capo della Polizia delle Comunicazioni Antonio Genito ha accolto stamattina la classe I B del liceo scientifico di Aosta a bordo del tir della Polizia di Stato, per la campagna contro i rischi del web ‘Una vita da social’, ennesima tappa di un tour di educazione alla legalità che è partito un mese fa da piazza del Quirinale. Il truck della Polizia di Stato aveva già fatto tappa ad Aosta lo scorso maggio.
«Non mettete on line le informazioni personali – ha spiegato l’ispettore capo Genito – la vostra data di nascita, dove vivete, la scuola che frequentate; quelle informazioni potrebbero essere usate contro di voi». L’adescamento in rete e il cyberbullismo sono i temi sui quali si è concentrata la speciale lezione della Polizia. Ai ragazzi, è stato mostrato un video nel quale una ragazza comincia a chattare con uno sconosciuto, abile a nascondere la sua identità e dare informazioni sulla sua età, sino a che ottiene prima il numero di telefono della ragazza, poi di incontrarla. E qui l’amare sorpresa della giovane che si trova davanti a un adulto che cerca di metterle le mani addosso.
«Internet non è il vostro mondo, Internet è un univers virtuale, ma ricordate che siete responsabili di quello che divulgate, postandolo on line o semplicemente condividendolo con i vostri amici tramite whatsApp – ha detto l’ispettore capo Genito. «Se ricevete il video di un vostro amico che fa del sesso con la fidanzata e lo diffondete via WhatsApp girandolo ai vostri contatti, state commettendo un reato che si chiama diffusione di materiale pornografico – ha spiegato Genito – lo stesso se filmate la vostra fidanzata nuda o mentre siete in intimità e poi, se litigate, per ripicca, diffondete quelle immagini o quei video. E’ un reato. Questo è un problema anche tra gli adulti, magari fidanzati o marito e moglie che si sono lasciati e l’uno o l’altro, per fare un dispetto, pubblica le foto scattate nell’intimità. Attualmente abbiamo tre indagini aperte per questa ragione. Ragazzi, vi invito ancora una volta a postare con la testa».
E’ intervenuto il dottor Giuseppe Zuffanti, direttore tecnico del Dipartimento della Polizia Postale di Torino che ha invitato i ragazzi «a usare i social con attenzione, concedendo l’amicizia esclusivamente a persone conosciute e fidate». Ha citato l’esempio di Giuseppe, un ragazzino seduto tra i suoi compagni che ha ammesso di avere su Facebook oltre 800 amici e di conoscerne non più di una decina. «Siamo qui – ha detto il dottor Zuffanti – non soltanto per parlare dei problemi del web e di internet ma anche per parlare di etica, di come comportarsi. Essere bulli, prendere in giro si può fare anche in rete e spesso lo si fa senza capirne la gravità».
Il tir della Polizia di Stato sarà in piazza Chanoux fino alle 16.30; in mattinata, anche il Vescovo Monsignor Lovignana, insieme al questore Maurizio Celia e al presidente della Regione Augusto Rollandin.
Nella foto, un momento della speciale lezione a bordo del tir della Polizia di Stato.
(cinzia timpano)