Comunali Aosta: Andrione subito all’attacco, «Centoz simbolo della politica del rubinetto»
«Ringrazio il presidente Renzi per aver scelto un candidato degno come Fulvio Centoz. Siamo tornati alla politica degli anni ’50, quella del rubinetto, dove per avere dei finanziamenti bisognava votare le persone indicate». Parte lancia in resta Etienne Andrione, candidato sindaco di Aosta per la lista dell’Union Valdôtaine Progressiste, che venerdì pomeriggio alla Cave de Tillier ha alzato il sipario sui propri candidati. Al suo fianco, il ritorno in pista di Daniela Piassot, già assessore alle Attività produttive della giunta Grimod. «Caso strano – continua Andrione – manca la “firma” del tutore valdostano per liberare il contenzioso sul patto di stabilità: basta il voto giusto per il via libera? Io non so se esista il patto della Perenni, ma sicuramente Renzi ha incaricato la sezione di nominare candidato sindaco il segretario in carica, saltando parecchi step a livello di autonomia. Ci chiediamo poi se le promesse di Renzi valgano qualcosa, ma forse l’esempio di Farinetti, che dopo aver detto che si dovevano abolire le regioni a statuto speciale, ha avuto ponti d’oro da noi». Etienne Andrione poi sposta il mirino: «Centoz ha detto che non ci sono alternative? L’alternativa è la libertà, soprattutto per una città come Aosta che non ha mai avuto paura di rivendicare la propria identità. Aosta deve “prendersi in mano”, perché nessuno la aiuta. In questa elezione si chiude una fase storica, quella del riparto fiscale: per il finanziamento del libro delle idee, non dei sogni, si badi bene, bisogna puntare a soldi privati, perché la finanza derivata è agli sgoccioli. La liquidità c’è, ma bisogna attirarla, siano investimenti stranieri, ma soprattutto valdostani. Infine, vogliamo invertire la logica perversa dei politici che nascondo progetti ai cittadini, che poi li scoprono a giochi fatti; bene, noi vogliamo proporre delle consultazioni sulle grandi opere, perché questo rapporto trasparente è la base per la creazione del concetto di cittadinanza».
Fa già la lista delle cose da fare la Daniela Piassot, con un occhio di riguardo «per turismo e commercio, ma per riattirare turisti bisogna riaccendere la città». La ricetta parla di una «sburocratizzazione per i commercianti, che devono poter rinnovare automaticamente le concessioni per i dehors, potendoli tenere anche d’inverno», ma anche di una città «che deve apparire gradevole agli occhi dei turisti. Per questo la collaborazione dei cittadini è fondamentale, bisogna ricreare il concetto di civiltà, facendo passare il messaggio che “La Città è Tua”. Per farlo con i giovani, però, c’è bisogno anche di garantire una vita notturna rispettosa, ma ricca e varia». Altri sogni nel cassetto parlano di «pista ciclabile con aree verdi ai quattro punti cardinali», nonché di consentire «l’illuminazione di edifici privati per valorizzare edifici stupendi». In ultimo, Piassot punta forte «sul progetto di pedonalizzazione dell’Arco d’Augusto», sulla «Porta centro per attirare il turismo autostradale» e sulla riqualificazione del Puchoz e dell’area del mercato.
I candidati sono stati introdotti la presidente dell’UVP Alessia Favre: «Abbiamo deciso di percorrere la nostra strada per rispettare i nostri valori; abbiamo una lista di uomini e donne liberi entusiasti, coscienziosi e in grado di ridare fiducia a una città sfiduciata e deve riconquistare la propria autonomia».
I candidati UVP
Jenniffer Apollaro Pacheco, Silvio Barrel, Edy Bianchi, Mauro Caniggia Nicolotti, Luigina Carapellotti, Luciana Casagrande, Paolo Catalano, Cesarino Cerise, Giampiero Clos, Henri Dondeynaz, Franca Fabrizio, Roberto Favre, Manuela Ghillino, Erika Lepore, Salvatore Luberto, Leonardo Macheda, Maurizio Moscatelli, Franco Napoli, Ermes Paganin, Michela Rao,Mauro Roma, Luca Seghi, Riccardo Taraglio, Alessandro Tosetto, Antonio Trapasso, Vilma Villot, Andrea Vuillermoz Curiat.
(alessandro bianchet)