Sequestro Fontine Balicco: Procura indaga su loro genuinità
«Ci siamo opposti al dissequestro per permettere la distruzione delle forme di Fontina perché, oltre a non ravvisarne i presupposti giuridici, riteniamo che queste siano assolutamente genuine. Di questo ne siamo certi, e siamo i primi a volere che ci sia un esame di campionatura delle forme che possa dimostrarne la genuinità». Così il legale difensore di Giuseppe Balicco, l’avvocato Paola Pellissier di Aosta, questa mattina ha commentato l’udienza davanti al gip del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, in cui si è opposta al dissequestro – finalizzato alla distruzione – di oltre mezzo migliaio di forme di Fontina sequestrate a seguito di un’ispezione condotta da Corpo forestale e servizi preposti dell’Azienda USL il 16 settembre scorso.
Le forme di formaggio erano state provvisoriamente stoccate in due distinti magazzini presenti nella parte alta del territorio di St-Barthélemy, a Nus, entrambi nelle disponibilità di Giuseppe Balicco, presidente del Comité Amis des Batailles de Reines e di Coldiretti Valle d’Aosta.
Secondo la tesi difensiva, «si tratta di una violazione meramente amministrativa» legata al fatto che i due magazzini di stagionatura – il primo, di proprietà, accanto all’Alpe Vayoux, il secondo poco sopra il Foyer de Fond di Porliod – erano privi delle necessarie autorizzazioni.
Sulle oltre 500 forme di Fontina pendono tuttora due tipi di sequestro: uno probatorio, ai fini del procedimento penale, col fascicolo modello 21 (notizie di reato a carico di persone note) affidato al pm Carlo Introvigne, e uno di natura amministrativo-sanitaria disposto dall’USL.
Il gip del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, si è riservato la decisione sul dissequestro per la distruzione delle forme di Fontina prodotte da Balicco, su cui la Procura intende comunque accertare – tramite campionatura – la loro idoneità al consumo umano.
(pa.ba.)