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Droga: soldi dello spaccio riciclati nel night club

Droga: soldi dello spaccio riciclati nel night club

Dopo i sei arresti all'alba di ieri, emergono nuovi dettagli sul gruppo criminale albanese che aveva il monopolio della cocaina nella media Valle; nei guai anche il cassiere del night La Dolce Vita di Châtillon, «punto massimo dello spaccio»

Un gruppo criminale praticamente a conduzione familiare, capace di movimentare qualcosa come 90 mila euro al mese attraverso lo spaccio di almeno «tre etti di cocaina pura al mese, che una volta tagliata al dettaglio rendeva tre volte tanto».
Sono numeri impressionanti, «anche noi durante le indagini siamo rimasti sorpresi dalla portata del giro», hanno commentato i carabinieri nello spiegare i dettagli dell’operazione che all’alba di ieri, lunedì 22 febbraio, ha fatto scattare le manette ai polsi del capo della banda – per la maggior parte composta da personaggi di origine albanese – Albert Bushaj, 35 anni, «noto come l’avvocato negli ambienti criminali e per questo rispettato», agli arresti domiciliari dal maggio 2015 per una precedente condanna per spaccio di droga, e dei suoi ‘gregari’ – tutti a vario titolo imparentati – Zamir Bushaj, 29, Laurent Bushaj, 26, Xhontino Sinanaj, 19, Lado Latifaj, 37, e Gentian Bushaj, 33, arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Aosta e trasferiti alla casa circondariale di Brissogne in attesa degli interrogatori di garanzia.

I soldi dello spaccio riciclati nel night club
Contestati a vario titolo i reati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, ricettazione e autoriciclaggio, in quanto con gli introiti provento dello spaccio – soltanto in parte inviati in Albania – gli inquirenti ritengono che Albert Bushaj – tramite il cugino Zamir Bushaj in qualità di prestanome – avrebbe acquistato il night club La Dolce Vita di via della Stazione a Châtillon, dandolo poi in gestione a Raffaele Chiosso, 48 anni, sottoposto all’obbligo di dimora – così come il padre di Albert Bushaj, Jani, 65 anni, «il palo» dell’organizzazione – perché come cassiere del night club avrebbe avuto il compito di procacciare i clienti ai quali piazzare la droga («il night era il punto massimo dello spaccio della cocaina», hanno tenuto a precisare i carabinieri).
«A tal proposito le indagini patrimoniali sui soggetti arrestati sono ancora in corso, nessuno lavorava, tutti si mantenevano solamente con l’attività illecita», ha spiegato il comandante del Comando Compagnia di St-Vincent Châtillon, Capitano Enzo Molinari, che ha aggiunto: «Stiamo andando avanti anche nella ricerca di coloro che rifornivano questi soggetti, riteniamo fossero altri personaggi albanesi delle province di Milano e Torino».

L’origine dell’inchiesta
In un simile contesto, l’attività di indagine che ha portato ai sei arresti di ieri – lunedì – scattò nell’ottobre 2015, con la denuncia a piede libero di Zamir Bushaj e Lado Latifaj per ricettazione, dopo che nella zona del ponte sulla Dora Baltea della strada che conduce a Ussel di Châtillon, erano stati colti in flagranza di reato dai carabinieri del Comando Stazione di Nus mentre tentavano di piazzare nove campanacci Chamonix – dal valore di seimila euro – rubati un paio di settimane prima in due stalle di St-Barthélemy.
«Siamo partiti per verificare eventuali canali di smercio di campanacci rubati in Valle d’Aosta, a un certo punto ci siamo infilati nell’indagine della droga», ha commentato il Capitano Enzo Molinari, per un’attività investigativa che – imperniata su attività di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati – ha previsto il monitoraggio «24 ore su 24 dal mese di dicembre a ieri mattina» dell’abitazione in cui era agli arresti domiciliari Albert Bushaj, ovvero dove avveniva «il controllo e il taglio della cocaina» prima di essere nascosta in boscaglie e in case disabitate tra Châtillon e St-Vincent nell’attesa della collocazione delle dosi sul mercato.

I precedenti arresti in corso d’indagine
Nell’ambito dell’operazione, che aveva già fatto scattare le manette ai polsi di Gentian Bushaj il 21 dicembre 2015, sorpreso alle prime ore del mattino mentre stava rientrando a St-Vincent con quattro etti di cocaina all’interno dell’auto, e per ben due volte – il 24 gennaio e il 18 febbraio – ai polsi di Xhontino Sinanaj, ‘beccato’ in entrambe le occasioni in possesso di circa 60 grammi di cocaina, sono ora al vaglio le posizioni di altre persone, tra le quali alcune donne. «Non è escluso un loro coinvolgimento, anche se si tratterebbe di posizioni marginali rispetto al sodalizio che abbiamo smantellato», fanno sapere dall’Arma dei carabinieri, sottolineando come nel corso delle indagini – in occasione dei tre precedenti arresti – sia stato sequestrato oltre mezzo chilo di cocaina destinato allo spaccio «in media e bassa Valle, in particolare nel bacino di Châtillon e St-Vincent, vero snodo del traffico».
(pa.ba.)

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