Bimbo morto La Thuile: «Violazione obbligo vigilanza macroscopica»
Fu condannata il 29 gennaio scorso a 12 mesi di reclusione (pena sospesa), Chantal Ferraris, 25 anni, la maestra di sci accusata di concorso in omicidio colposo relativamente alla morte del piccolo Lorenzo Bacci, il bimbo milanese di 7 anni trovato privo di vita nel primo pomeriggio del 28 marzo 2015 nel comprensorio sciistico di La Thuile, incagliato tra le maglie di un paravalanghe.
Nel medesimo processo con rito abbreviato furono invece assolti «per non avere commesso il fatto» gli altri due maestri di sci finiti a giudizio, Pieryk Boche, 31 anni, e Fabrizio Grange, 24, a monte rispetto al parterre di arrivo.
Nell’ambito della sentenza, inoltre, furono accordate provvisionali ai parenti del piccolo Lorenzo per complessivi 805 mila euro.
Il giudice, inoltre, ordinò l’invio degli atti in Procura per vagliare eventuali responsabilità anche del direttore della Scuola di sci di La Thuile, Ferruccio Baudin
Le motivazioni della condanna
Rilievi pesantissimi, quelli mossi nelle motivazioni della sentenza dal gup del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, all’indirizzo della maestra di sci condannata. «Posto che Lorenzo e i suoi compagni si sono allontanati in un momento successivo alle 10.30, davvero non si comprende come la Ferraris non abbia potuto accorgersi dell’assenza di tre bambini in un arco temporale, fino alle 11 circa, in cui doveva sorvegliarne da un minimo di 4 a un massimo di 10/13, tra quelli a lei affidati», scrive il giudice D’Abrusco, che aggiunge: «La violazione dell’obbligo di vigilanza è macroscopica e l’evento non è conseguenza solo di un estemporaneo momento di disattenzione».
Dal luogo di arrivo della gara al luogo «in cui Lorenzo ha iniziato la scivolata (secondo il giudice la tragedia avvenne non più tardi delle 11.29, ndr)», ha accertato la Polizia giudiziaria, «i tre bambini hanno percorso ben 400-420 metri», sottolinea il giudice. Uno spazio che, secondo indagini difensive, una «persona adulta ed esperta» percorre in «circa 11 minuti».
Nessuna responsabilità in capo alla madre
«Non è sostenibile che il piccolo Lorenzo sia scomparso quando la madre era presente al parterre, così come incredibilmente affermato dalla difesa in sede di discussione», scrive ancora il gup del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, specificando che i genitori affidarono il loro figlioletto alla maestra Ferraris alle 8.45 davanti alla sede della Scuola di sci. La Ferraris riferì loro che si sarebbero rivisti alle 12.30, anche se la madre passò a controllare il figlio effettivamente alle 10.15 nel parterre di arrivo della gara Diamo una manche a Telefono Azzurro: il bimbo aveva appena finito la sua discesa, la mamma gli portò una giacchetta, allontanandosi poi nuovamente, lasciando il piccolo Lorenzo ancora una volta con la maestra.
I rilievi sulla Scuola di sci
L’invio del gruppo di bambini partecipanti al corso di sci organizzato dalla Scuola di La Thuile in concomitanza con la gara ha fatto sì che la Scuola di sci destinasse «tre soli maestri per la sorveglianza» di 21 bambini tra i 4 e i 9 anni, in una competizione con 240 partecipanti.
Motivo per cui «resta da accertare la posizione del direttore della Scuola di sci di La Thuile», Ferruccio Baudin, «in relazione (…) alla totale assenza di un sistema di sorveglianza ulteriore rispetto» ai tre maestri, «evidentemente insufficiente e inidoneo».
I fatti
I tre maestri, quel giorno, erano stati inviati sulle piste dalla Scuola di sci di La Thuile – diretta da Ferruccio Baudin – per seguire una ventina di bambini – tra i quali il piccolo Lorenzo – impegnati nella manifestazione di beneficenza Diamo una manche a Telefono Azzurro.
Finita la sua discesa, secondo le testimonianze raccolte nelle ore immediatamente successive alla disgrazia dal commissario capo della Squadra mobile della Questura di Aosta, Nicola Donadio, il bambino – nel parterre di arrivo della gara, zona sotto la sorveglianza della maestra Chantal Ferraris – si tolse gli sci e iniziò a giocare con alcuni suoi amichetti. A un certo punto, però, scarponi ai piedi, insieme ad altri suoi due coetanei, si allontanò dalla zona di arrivo, inoltrandosi poi da solo nel bosco, distante diverse centinaia di metri dal punto di ritrovo dei piccoli discesisti all’arrivo.
Notata l’assenza di Lorenzo Bacci, furono gli stessi maestri di sci a lanciare l’allarme, organizzando squadre di ricerca a piedi. Il corpo del piccolo, quindi, venne avvistato in un dirupo soltanto grazie al sorvolo della zona da parte dell’elicottero del Soccorso alpino valdostano. Lorenzo Bacci, secondo gli accertamenti del medico legale Maurizio Castelli, morì soffocato tra le maglie di un paravalanghe.
Nella foto la zona nella quale ha trovato la morte il piccolo Lorenzo Bacci.
(pa.ba.)