Comitato dello Jambon de Bosses nella bufera
«Per un verso, come emerso sulla base della documentazione in atti, risulta unevidente situazione di interferenza per effetto di plurimi legami strutturali di tipo societario e familiare, tale per cui almeno due delle ditte interpellate in sede di richiesta di preventivi risultano riconducibili a un unico centro decisionale, atteso che viene in rilievo in tal senso un quadro di carattere indiziario assolutamente grave, preciso e concordante, e consistente nella pressoché integrale sovrapponibilità strutturale e organizzativa delle stesse. Per altro verso, non appare condivisibile la linea difensiva impostata sul difetto di conoscibilità in capo allodierno ricorrente delle richiamate regole concorrenziali».
Così i giudici amministrativi del Tar della Valle dAosta – nelludienza del 15 marzo scorso – hanno rigettato il ricorso presentato dal Comitato per la promozione e la valorizzazione del Vallée dAoste Jambon de Bosses DOP, con il quale si chiedeva lannullamento del provvedimento del 7 settembre 2015 attraverso il quale il dirigente del Dipartimento agricoltura, risorse naturali e Corpo forestale presso lassessorato regionale allagricoltura e risorse naturali «ha revocato i contributi ammessi con note del 2 febbraio 2012, del 29 novembre 2012 e del 27 maggio 2014», disponendo altresì «larchiviazione delle relative pratiche …poiché non possono essere ammesse allaiuto previsto nella misura in oggetto…», si legge nella sentenza.
L’oggetto del contendere
Motivazioni pesantissime, quelle che i giudici hanno posto alla base del rigetto del ricorso presentato dal Comitato per la promozione e la valorizzazione del Vallée dAoste Jambon de Bosses DOP contro il provvedimento regionale 15531/AGR di revoca dei contributi concessi allo stesso nellambito della misura 133 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 per il «sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazione e promozione». Più nel dettaglio, la struttura regionale competente – a seguito di anomalie rilevate nellaffidamento degli incarichi relativi alla realizzazione della campagna di informazione – ha provveduto alla revoca dei contributi concessi a valere sul PSR per una cifra di poco inferiore ai 300 mila euro.
La replica del Comitato
Interpellato allindomani della sentenza dei giudici amministrativi, il presidente del Comitato per la promozione e la valorizzazione del Vallée dAoste Jambon de Bosses DOP, Edi Avoyer, commenta: «Abbiamo sempre agito in buona fede, effettivamente la normativa comunitaria piuttosto complessa ci ha portati a effettuare alcuni errori di valutazione, che ci sono stati puntualmente contestati». Dopo la pronuncia del Tar, però, nessuna intenzione di presentare un’altra impugnativa, questa volta al Consiglio di Stato. «Direi di no, anche perché parte della cifra contestata non ci è mai nemmeno stata erogata, visto che avevamo già bloccato gli ordinativi», conclude Avoyer.
(pa.ba.)