Morta di tetano, da Usl maxi risarcimento
Una caduta, con forte trauma alla schiena e un profondo taglio a una gamba a causa di un picchetto in ferro. Da qui l’accesso al pronto soccorso del “Parini” e il successivo trasferimento in ortopedia. Nessuno le fece il vaccino (antitetanica) e la donna fu dimessa sei giorni dopo con la prescrizione di un periodo di riposo di 45 giorni. Alcuni giorni dopo le dimissioni, il calvario: la donna si irrigideva sempre più; da qui un nuovo trasporto in ospedale. Al pronto soccorso capirono che si trattava di tetano. Dal 28 luglio al 16 settembre la donna rivase ricoverata in prognosi riservata in Rianimazione, poi fino a metà novembre in geriatria e successivamente nella casa di riposo J.B. Festaz, finché sopraggiunse la morte il 29 novembre.L’Ausl dichiarò che si trattò di morte naturale, ma la famiglia ci volle vedere chiaro e intentò causa civile. A due anni e mezzo dalla morte, l’Ausl è stata costretta a mettere mano al portafogli, e attraverso la sua compagnai di assicurazione ha riconosciuto un maxi risarcimento alla famiglia (svariate centinaia di migliaia di euro). Famiglia che a Gazzetta Matin ha detto: «Lisà non tornerà indietro, ma almeno giustizia è stata fatta».(re.newsvda.it)