Grand Combin: pasticcio fondi europei, indaga la Corte dei Conti
«Incarichi senza gara, spese irregolari per mezzo milione». Così Gazzetta Matin – in tempi non sospetti, era il 18 aprile scorso – titolava l’articolo sulle contestazioni mosse all’Unité des communes Grand Combin dall’Ufficio controllo progetti comunitari e monitoraggio finanziario della Regione, che aveva appena inviato il verbale relativo al «controllo di secondo livello» alla Regione Lombardia, l’Autorità di gestione del programma operativo di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013.Già, perché è di questi giorni la notizia che la Procura regionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta ha aperto un fascicolo per passare al setaccio i circa 600 mila euro di finanziamenti europei che sarebbero stati «impropriamente utilizzati» dall’ex Comunità montana con sede a Variney di Gignod.Un presunto «utilizzo improprio» di risorse a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e rientranti nell’ambito dei progetti ‘Autour des Barrages’, Grand-Saint-Bernard 360°’ e ‘BTW Biosphère Transfrontalière Val d’Hérens-Valpelline’, che secondo le contestazioni farebbero riferimento a «incarichi aggiuntivi assegnati sempre al medesimo soggetto (lo Studio Cortese di Aosta, ndr) senza alcun passaggio formale di gara oltre all’iniziale bando da 209 mila euro» per l’assegnazione dei servizi di coordinamento e gestione dei progetti.Per quanto riguarda la giustizia amministrativa, una volta che la Regione Lombardia (l’Autorità di gestione del progetto) ha emesso il provvedimento di decertificazione delle spese, questo è stato impugnato davanti al Tar della Valle d’Aosta, che – in attesa dell’udienza di merito del prossimo 13 dicembre – ha concesso la sospensiva.(pa.ba.)